Il tribunale del Riesame di Palermo ha scarcerato per mancanza di gravi indizi di colpevolezza Angelo Costa, uno dei coinvolti nell’operazione Vento, condotta in due riprese dai carabinieri nel mandamento mafioso di Porta Nuova. Costa, assistito dall’avvocato Antonio Turrisi, è indagato con l’ipotesi di traffico di stupefacenti aggravato dall’agevolazione di Cosa nostra nel blitz Vento 2. Si trovava ai domiciliari. La decisione risale a ieri ma è stata comunicata alla difesa solo in mattinata. Secondo la Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano, coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido, Costa avrebbe fatto parte di un gruppo in cui era ai vertici anche Giuseppe Incontrera, il cosiddetto cassiere del mandamento, ucciso il 30 giugno in via Imperatrice Costanza, alla Zisa. Proprio questo delitto aveva accelerato l’esecuzione delle misure cautelari che i militari stavano già preparando. La Procura e gli investigatori ritengono che Incontrera, assieme a Calogero Lo Presti e altri, avessero iniziato a gestire un vastissimo traffico di stupefacenti, necessario per finanziare le attività dei clan, in difficoltà per riscuotere il pizzo, date le difficoltà economiche dei commercianti, a causa del Covid. Il 21 luglio era tornato libero anche Gioacchino Fardella, 21 anni, nipote di Incontrera e che era finito in carcere il 9 luglio nell'ambito dell'operazione contro il clan di Porta Nuova.