Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Il bimbo di Palermo morto a Sharm, i pm pronti a volare in Egitto per cercare la verità

I funerali del piccolo Andrea Mirabile

Potrebbero scegliere la strada della rogatoria internazionale i pm di Palermo che indagano sulla morte di Andrea Mirabile, il bimbo di sei anni deceduto il 2 luglio, per cause ancora da chiarire, mentre era in vacanza con i genitori a Sharm el Sheikh. Il piccolo si è sentito male due giorni prima del decesso e la guardia medica del posto gli ha diagnosticato una intossicazione alimentare. Stessa diagnosi per i genitori, Rosalia Manosperti, incinta di 5 mesi, e Antonio Mirabile che, a differenza della moglie, guarita in pochi giorni, è stato ricoverato in gravissime condizioni riportando danni nefrologici e problemi cardiaci.

La Procura potrebbe sentire i dipendenti del resort

Per chiarire i fatti, ancora tutti da accertare, la Procura potrebbe volare in Egitto - le indagini sono coordinate dall’aggiunto Ennio Petrigni e dal pm Vittorio Coppola - anche per sentire i dipendenti del resort in cui la famiglia alloggiava e in cui avrebbe mangiato prima del decesso. Mirabile e la moglie, sentiti venerdì dalla polizia che indaga per omicidio colposo a carico di ignoti su delega della magistratura, hanno ribadito di aver assunto cibo solo all’interno della struttura. I pm, che hanno disposto l’autopsia sul corpo di Andrea - la seconda dopo quella già fatta a Sharm - acquisiranno anche le cartelle cliniche rilasciate dal Policlinico di Palermo al padre del bambino che, dopo il trasferimento in Italia, è stato ricoverato nel capoluogo. I medici avevano ipotizzato, oltre all’intossicazione alimentare, anche quella da contatto o ambientale come causa. della malattia dei tre e della. morte del bambino.

Il nodo della competenza sulle indagini

A complicare un caso già difficile è l’aspetto procedurale perchè la vicenda, secondo quanto previsto dall’articolo 10 del codice penale, potrebbe ricadere nella giurisdizione egiziana e non in quella italiana. Se così fosse l’autorità giudiziaria italiana potrebbe comunque effettuare indagini a carico di ignoti, ma dovrebbe trasmettere il fascicolo ai colleghi egiziani se dovesse procedere a iscrizioni nel registro degli indagati.

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