Lo hanno massacrato di botte in ospedale. Una violenza cieca. «Ho rischiato davvero la vita. Ad un certo punto sono stato colpito da una gragnuola di pugni e calci e ho perso coscienza...». Salvatore Petta, gastroenterologo ha raccontato ai colleghi il suo turno da incubo ieri al Policlinico di Palermo.
I fatti
Il medico ha invitato la figlia di una paziente a uscire dal reparto perché era terminato l’orario di visita, ma è stato aggredito selvaggiamente da due uomini, il padre e il fratello della donna, che hanno fatto irruzione nel reparto picchiando a sangue il medico. Alla fine la prognosi, tra lussazioni e fratture, è stata di 40 giorni. Il medico è stato anche sottoposto ad una serie di esami, tra cui una Tac alla testa, per accertare eventuali danni cerebrali. Stando ad una prima ricostruzione, una volta terminato l'orario di visita consentito ai parenti, il medico di guardia aveva invitato la figlia di una paziente ad uscire. Di fronte alle insistenze continue e ripetute della donna di voler rimanere con la madre, il dottore ha manifestato la disponibilità a discutere per trovare una soluzione, ma non c'è stato il tempo. Nell’arco di pochi minuti la donna ha avvisato il padre e il fratello, agevolando il loro ingresso in reparto. I due hanno fatto irruzione nel reparto, colpendo il medico con calci e pugni. Addirittura gli hanno scagliato contro anche una scrivania, procurandogli una lussazione alla spalla e una frattura dell’omero. Gli aggressori sono stati poi identificati e denunciati dalla polizia.
Il commissario straordinario
«Un episodio grave e ingiustificabile», ha sottolineato il commissario straordinario dell’Aoup Alessandro Caltagirone. «Esprimo la mia personale vicinanza e solidarietà - ha aggiunto - al professionista aggredito. Di certo in questa occasione la dinamica dei fatti ha favorito l’ingresso degli altri parenti e la conseguente aggressione. L’Aoup è presidiata dai servizi di vigilanza, ma non è possibile in modo assoluto controllare tutti coloro che transitano nei viali interni, tanto più chi, come in questo caso, ha il passaggio favorito da un parente all’interno. Condanniamo con fermezza ogni atto di violenza e valuteremo - atto che spetta all’Azienda - di costituirci parte civile nel procedimento penale che verrà determinato».
Il sindaco
«Qualsiasi tipo di aggressione al personale sanitario all’interno delle strutture ospedaliere - ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla - è intollerabile e ingiustificabile. Esprimo solidarietà e vicinanza nei confronti del medico del Policlinico preso a calci e pugni, al quale va il mio augurio di una pronta ripresa. Pure la sala medici messa a soqquadro da atti vandalici rappresenta un’offesa a tutto il personale sanitario, al quale va il mio ringraziamento per il lavoro svolto anche in condizioni di emergenza e difficoltà».
Il sindacato dei medici ospedalieri
Per il segretario regionale del sindacato dei medici ospedalieri Cimo, Giuseppe Bonsignore, «a poco serve esprimere pubblica solidarietà al malcapitato collega se, oggi come in passato, le istituzioni preposte non garantiscono l’incolumità del personale sanitario durante lo svolgimento del proprio lavoro. Per l’ennesima volta torniamo a chiedere di mettere in campo tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica degli operatori sanitari prima che la situazione precipiti o che accada qualcosa di ancora più grave». Appena due giorni fa, sempre a Palermo, una pediatra era stata aggredita all’ospedale Villa Sofia da un uomo di 36 anni e una donna di 55 anni, identificati dagli agenti del commissariato San Lorenzo e denunciati.
Lo sfogo di Cgil e Uil
«Quest’ultimo gravissimo atto di violenza perpetrato nei confronti di un collega stimato, il gastroenterologo Salvatore Petta - dichiarano il segretario generale Fp Cgil Palermo Giovanni Cammuca e la responsabile e il vice responsabile Fp Cgil Medici e dirigenti sanitari del Policlinico Paolo Giaccone Monica Lunetta e Marco Sorgi - si aggiunge a un elenco ormai lunghissimo di danni, fisici e morali, subiti dai professionisti della Sanità, costretti ad operare in condizioni di precarietà, carenze strutturali e di personale che hanno prodotto, come risultato, una dilagante delegittimazione e svalutazione del lavoro pubblico e un’esasperazione della medicina difensiva». Per i tre sindacalisti «tutto questo va a discapito del cittadino e annichilisce gli sforzi quotidiani profusi in corsia. Auspichiamo al più presto un confronto con la direzione dell’Aoup per definire precisi piani di prevenzione delle aggressioni e sostegno multidisciplinare alle vittime sul piano psicologico, economico e legale». «Un atto vile. Già da tempo - dice la Uil Fpl Sicilia, guidata da Salvatore Sampino - questo sindacato chiede più controlli e sicurezza negli ospedali. Il personale sanitario deve essere tutelato ogni giorno. Chiediamo un incontro e anche l’apertura di un tavolo tecnico operativo in Prefettura, è inammissibile che atti cosi vergognosi e criminali possano ripetersi».