Era considerato il marinaio più longevo d’Italia l’ammiraglio Sergio Piantanida, nato a Livorno nel 1921 e deceduto ieri (9 luglio), a pochi mesi dai 101 anni, nella sua casa di Torre del Greco, in provincia di Napoli. Lunghissimo il suo curriculum professionale dell’ammiraglio Ispettore Capo Capitanerie di Porto, amico d’infanzia dell’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: i rispettivi genitori erano vicini di negozio. E’ entrato in Accademia a 19 anni; nel 1941 venne inviato in guerra sul cacciatorpediniere «Lince» della Regia Marina Militare. Molte le battaglie navali alle quali ha preso parte, come quella di Cefalonia, quando nave sulla quale era in servizio venne colpita dai sommergibili inglesi. Ma i commilitoni del giovane ufficiale Piantanida, raccontava, salvarono gli armamenti arenando la nave a Tripoli. Finita la guerra diventa ufficiale governativo sulle navi che trasportavano i deportati in Australia e Brasile. Nel 1956 diviene ufficiale insegnante di diritto della navigazione all’Accademia navale di Livorno. Poi ufficiale di rotta sull’Amerigo Vespucci, a bordo della quale gira il mondo. In seguito la carriera di comandante delle capitanerie di porto: Palermo, Napoli, Roma, Pescara, Castellammare, Torre del Greco e Salerno. A Trieste diviene ammiraglio comandante del nord adriatico. A Napoli ,come comandante del sud Tirreno, è presidente dell’Autorità portuale. L’ultimo incarico l’ha ricoperto a Roma, come primo comandante Ispettore Capo delle Capitanerie di porto e segretario generale capo di gabinetto del ministero della difesa, cavaliere, poi commendatore e, infine la più alta onorificenza grand’ufficiale della Repubblica agli onori militari. Gli stessi onori militari gli saranno resi lunedì mattina, nella Cattedrale di Castellamare di Stabia (ore 11), accoglieranno il feretro dell’Ammiraglio più longevo D’Italia: con picchetto d’onore, sciabole sguainate e otto fischi alla banda.