Il blitz contro il clan di Porta Nuova: in due passano ai domiciliari, altri due sono ricercati
Lasciano il carcere i giovani Gioacchino Fardella, di 21 anni, e Antonino Bologna, di 25, due dei diciotto destinatari del provvedimento di fermo nel blitz dei carabinieri di mercoledì scorso, 6 luglio, a Palermo. Un'inchiesta che ha portato all'operazione Vento, che ha scardinato il sistema di potere del mandamento mafioso di Porta Nuova e dello spaccio di stupefacenti nel centro storico e alla Zisa. Per Fardella e Bologna, il gip Filippo Serio, al termine dell'udienza di convalida, ha disposto gli arresti domiciliari. Per altri sedici (Giuseppe Di Giovanni, 42 anni, Tommaso Lo Presti, 57 anni, Giuseppe Auteri, 47 anni, Calogero Lo Presti, 69 anni, Giuseppe Giunta, 35 anni, Domenico Lo Iacono, 46 anni, Salvatore Di Giovanni, 28 anni, Antonino Ventimiglia, 52 anni, Roberto Verdone, 51 anni, Nicoló Di Michele, 31 anni, Salvatore Incontrera, 25 anni, Antonino Stassi, 33 anni, Giorgio Stassi, 67 anni, Andrea Damiano, 44 anni, Gioacchino Pispicia, 25 anni, Leonardo Marino, 32 anni) disposta invece la custodia cautelare in carcere. Già mercoledì per loro si erano spalancate le porte del carcere Pagliarelli. Ma non per tutti. Due dei diciotto infatti sono riusciti a sfuggire alla cattura e sono tuttora ricercati. Si tratta di Auteri e Di Michele. Il blitz è stato deciso con urgenza dopo il delitto Incontrera. Giuseppe Incontrera, ucciso alla Zisa, aveva un ruolo di vertice nel mandamento mafioso, era il cassiere e fedelissimo del reggente Tommaso Lo Presti. Gli inquirenti hanno avuto il timore da un lato che qualcuno degli indagati potesse scappare e dall'altro che potessero essere commessi altri omicidi dopo quello di Incontrera. Da qui il blitz con diciotto provvedimenti di fermo. Il gip Serio, in sede di convalida, ha disposto il carcere per 16 di loro, principalmente per il pericolo di fuga.