La loro posizione sembra per il momento ridimensionata. Il gip Fabio Pilato ha revocato il carcere ai fratelli Gaetano e Angelo Lombardo, titolari del bar Aurora, tra i 24 indagati nell'operazione dei carabinieri del Ros che qualche giorno fa ha decapitato il mandamento di Villagrazia-Santa Maria di Gesù, arrestando boss e gregari. Dopo l’interrogatorio di garanzia, i due imprenditori, difesi dall’avvocato Corrado Sinatra, hanno lasciato il carcere: per il momento avranno l'obbligo di dimora nel comune e di presentazione alla polizia giudiziaria. «La natura isolata della condotta e l'assenza di contatti con altri indagati suscita dubbi sul fatto che i due fratelli abbiano agito con lo specifico intento di favorire l’associazione mafiosa», è la motivazione del provvedimento. Ciò si ripercuote sulla configurabilità dell'aggravante dell'articolo 416-bis che rimane comunque demandato al futuro sviluppo del procedimento, quando bisognerà stabilire se la contestazione per i Lombardo sarà declassata appunto da concorso esterno a favoreggiamento. Nel corso delle attività di indagine, gli investigatori hanno dato una lettura sul ruolo dei Lombardo, analizzando le conversazioni telefoniche ed i contatti con altri coinvolti nell’inchiesta Navel coordinata dalla procura. I fratelli sarebbero stati vicini all'organizzazione mafiosa perché in grado di agevolare gli incontri tra i sodali nella propria attività commerciale. Le telefonate captate, si legge nell’ordinanza, sarebbero però state più che giustificate nel caso di un indagato che lavorava come aiuto cuoco nel bar. Ma gli investigatori erano rimasti dubbiosi su un certo «linguaggio criptico», usato nelle conversazioni.