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Maria Falcone dopo la sentenza: «Confermata la convergenza di interessi su Capaci»

La presidente della Fondazione Falcone, Maria Falcone

«La sentenza della Cassazione, che conferma l’imponente lavoro investigativo fatto dalla Procura coordinata da Sergio Lari e le condanne inflitte dai giudici di Caltanissetta ai boss Salvatore Madonia, Lorenzo Tinnirello, Giorgio Pizzo e Cosimo Lo Nigro, accerta pienamente le responsabilità di Cosa nostra nella fase esecutiva della strage di Capaci, sancendo in via definitiva il ruolo del mandamento mafioso di Brancaccio»: è quanto ha dichiarato Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone, dopo la sentenza della Cassazione del processo Capaci bis.

«Il verdetto inoltre - ha proseguito - apre allo scenario della convergenza di interessi nell’attentato, prospettato nella sentenza della corte d’assise, sulla base di due elementi accertati dai magistrati: il “sondaggio” che, ha raccontato il pentito Giuffrè, venne fatto da cosa nostra presso ambienti politici e imprenditoriali prima dell’attentato e il diktat di Riina che, a marzo del 1992, disse ai suoi di fermare la missione romana che avrebbe dovuto eliminare Giovanni Falcone perché a Palermo “c'erano cose più importanti da fare”. Elementi che fanno pensare appunto a una convergenza di ambienti esterni alla mafia nell’interesse ad uccidere Giovanni». L’augurio adesso, ha anche detto al sorella del giudice ucciso, è «che su questa strada si possa fare piena chiarezza sia sulla strage di Capaci che su quella di Via D’Amelio che tanti punti oscuri ancora presenta».

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