Pino Scaduto, ex reggente della famiglia mafiosa di Bagheria a cui oggi è stato confiscato il patrimonio in via definitiva, si vantava di avere contatti diretti con Messina Denaro attraverso il nipote Paolo Liga. A dirlo, per la prima volta fu il pentito di mafia Sergio Flamia. Quest'ultimo è definito l’esecutore della famiglia di Bagheria: quando decise di collaborare con la giustizia, rivelò tra le altre cose agli investigatori di avere ammazzato una quarantina di volte.
Agli inquirenti rivelò i contatti diretti tra Scaduto e il super latitante. A unire i due ci sarebbe stato Paolo Liga, nipote dell'imprenditore. “Pino Scaduto si vantava di avere contatti diretti con Messina Denaro, dice io i cuntatti puru ci l’haiu, mi i teni me niputi Paolo”, raccontò agli inquirenti. Racconti e vicinanze tra personaggi malavitosi che successivamente vennero confermate anche da un altro pentito.
L'ex reggente di Bagheria, per i collaboratori di giustizia, tesseva con il super latitante rapporti economici e non solo: il nipote del boss di Bagheria Pino Scaduto era diventato il trait d’union tra Cosa nostra palermitana e quella trapanese. I carabinieri scoprirono che Liga si occupava di agevolare anche i contatti con Matteo Messina Denaro e venne arrestato insieme ad altre 5 persone il 30 gennaio del 2018.
Una delle vicende che fece più scalpore di Pino Scaduto è legata alla sua famiglia. In numerose lettere inviate dal carcere ai sui familiari tra il maggio del 2009 e il febbraio 2010, manifestava il suo proposito di uccidere la figlia e l’amante, un maresciallo dei carabinieri. Aveva chiesto al figlio di uccidere la sorella ma lui si era rifiutato per paura di finire nei guai. Diceva a un amico: "Io non lo faccio, il padre sei tu e lo fai tu... io non faccio niente... mi devo consumare io? Consumati tu, io ho trent'anni, non mi consumo". Secondo Scaduto la figlia avrebbe fatto confidenze al maresciallo che avrebbero portato al suo primo arresto e con questa relazione avrebbe disonorato pubblicamente la famiglia.
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