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Cinisi e Terrasini, indennizzi per i familiari dei pescatori del Nuova Iside

«Anche se il processo è in corso e non ci sono ancora certezze, su nostra pressione il club assicurativo ha accettato di versare alle famiglie delle vittime un indennizzo per la grave perdita subita», dice la compagnia armatrice della nave che si sarebbe scontrata con l'imbarcazione poi inabissatasi

Il peschereccio Nuova Iside

«Solidarietà fra gente di mare mentre è in corso il processo di Palermo sull’affondamento di un peschereccio nella notte fra il 12 e il 13 maggio del 2020 al largo delle coste nord-occidentali della Sicilia». Con queste parole si apre il comunicato della compagnia Augusta Due, che annuncia un risarcimento per le famiglie dei pescatori di Nuova Iside, il peschereccio affondato due anni fa nelle acque fra Terrasini e San Vito Lo Capo.

«Anche se il processo tuttora in corso non ha ancora acquisito certezze sulle cause dell’affondamento del motopeschereccio “Nuova Iside”, inabissatosi a nord della Sicilia nella notte fra il 12 e il 13 maggio del 2020, a Terrasini e a Cinisi dove abitavano i tre pescatori scomparsi in mare quella notte, si è registrato in queste ore un forte segnale di solidarietà», continua la compagnia armatrice Augusta Due della nave petroliera «Vulcanello M», indiziata per un’ipotetica collisione, «a oggi non provata, con il peschereccio “Nuova Iside”». Tuttavia, si legge nella nota, su pressione della stessa Augusta Due, il club assicurativo norvegese che assicura la nave per le responsabilità per danni a terzi ha accettato di versare alle famiglie dei tre pescatori, nonché a tutti gli aventi diritto, una somma a indennizzo per la grave perdita subita.

«La motivazione di questa transazione – hanno commentato gli avvocati Aldo Ruffino, Cinzia Pecoraro e Antonio Pecoraro, che in questi due anni hanno difeso con tenacia le famiglie di Vito Lo Iacono (27 anni), del padre Matteo Lo Iacono (53 anni) e del cugino Giuseppe Lo Iacono (35 anni) – si traduce in un importante supporto economico per le famiglie dei tre pescatori morti in quella notte di maggio del 2020. Non compensa certo il dolore, non incide sull’inchiesta, ma segna indubbiamente una svolta importante: ciò nell’ottica di quella partecipazione espressa in queste settimane dai vertici della compagnia armatrice della nave “Vulcanello M” che hanno scelto, con quella solidarietà che è tipica solo degli uomini di mare, di desistere dalla contrapposizione e di andare incontro alle famiglie».

«Le inchieste e i processi – ha affermato la società armatrice della “Vulcanello M” – hanno spesso tempi incompatibili con le esigenze delle persone, e la scelta di sbloccare gli indennizzi per le famiglie ci pareva la più corretta, non certo per ammettere una colpa che non è stata provata, ma per mettere in campo, al di là dei contenziosi, una forma concreta di condivisione umana della tragedia che le famiglie di Terrasini e Cinisi hanno vissuto e continuano a vivere». Il pagamento degli indennizzi da parte del Club P&I Gard, che assicura la nave cisterna «Vulcanello M» e che ha attivamente collaborato per la definizione dell’intesa, avrà effetto immediato con l’accettazione da parte delle famiglie.

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