In Sicilia sbarca l’ennesimo, nuovo ceppo del virus del Covid, con una prima infezione da XQ: l’ultima arrivata nella già lunga serie di sottovarianti Omicron, individuata una decina di giorni fa in Brasile e segnata ieri sulla nostra regione - come unico caso in tutta Italia - dal report sulla diffusione delle varianti che l’Istituto superiore di Sanità elabora periodicamente. Si tratta di un lignaggio sul quale si sa ancora ben poco, anche se le caratteristiche non sembrano lontane da quelle, ormai ben conosciute, della stessa «famiglia»: più contagiosità, meno aggressività.
Quel che è certo, spiega Antonio Cascio, direttore dell’Uoc Malattie infettive al Policlinico di Palermo, «è che il virus continuerà a mutare, e più cambia, più aumentano le reinfezioni, che già in questa fase dell’epidemia rappresentano almeno il 5% dei contagi, se non di più». E attenzione, a reinfettarsi non sono solo e soltanto i soggetti guariti dalla «vecchia» e ormai sparita Delta, «ma anche le persone che si sono negativizzate da Omicron e che, dopo qualche settimana, vengono a contatto, ad esempio, con Omicron 3». Va però ricordato, rassicura il professore, «che le reinfezioni presentano sintomi ancor più lievi rispetto a quelli che potrebbero comparire durante la prima positività. Inoltre, rispetto all’infezione iniziale, durante le ricadute ci si dovrebbe negativizzare più velocemente».
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