Furto di un camioncino che i volontari di Emmaus utilizzavano per portare in giro le donazioni e per riceverle. Il messaggio, sui social, è stato dato dal presidente Nicola Teresi.
"Qualche giorno fa arrivati al mercato solidale ci accorgevamo che il nostro secondo camion, quello grande, non c'era più. Sparito. Rubato. Il vecchio Iveco che ci permetteva di raccogliere le vostre donazioni, immagazzinarle per poi selezionarle. Lo stesso camion che ha raccolto donazioni di solidarietà nella comunità di Emmaus Cuneo, poi ad Emmaus Arezzo, Emmaus Catania e infine Palermo. Ha macinato chilometri in tutta Italia e ci ha permesso di autofinanziarci, accogliendo persone all'interno della nostra comunità in una villa confiscata alla mafia", dice Teresi.
Lo stesso presidente racconta come ci è voluto qualche giorno per metabolizzare l'accaduto: "Oggi però vogliamo raccontare cosa rappresenta un camion per il lavoro Emmaus. Il camion è il simbolo più importante, grazie al quale Emmaus fa del lavoro lo strumento di condivisione, autonomia, autogestione; grazie al camion e alla raccolta noi ci autofinanziamo, accogliamo persone, riceviamo e facciamo solidarietà", spiega con un post Facebook.
Il camion è ciò che permette il funzionamento di quella che chiamano "economia circolare, costruita insieme a voi ridando vita agli oggetti, vestiti, libri, mobili, eccetera. Il camion che ci hanno rubato ridava dignità a persone rimettendo in circolo ciò che poteva divenire un rifiuto. Se volete starci vicini basterà venire a trovarci, partecipare a questa economia del dono, valorizzare l'acquisto di merce usata boicottando un sistema che ci impone sempre nuovi acquisti alimentando lo sfruttamento ambientale e lavorativo", conclude Teresi.
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