Compra la casa all'asta ma scopre che non è proprietario. È la vicenda di un imprenditore 47enne palermitano che a quel punto ha deciso di fare causa al giudice che aveva sbagliato nell'assegnazione del bene. Il tribunale gli ha dato ragione e ha condannato la Presidenza del Consiglio dei ministri al risarcimento del danno.
L'avventura comincia nel 2016, quando il protagonista acquista ad un'asta un appartamento nel quartiere di Bonagia per 100 mila euro. Un affare a prima vista ma non è così. Quando l'imprenditore decide di rivendere l'immobile, infatti, il notaio si rende conto dell'inghippo: il venditore di quella casa non è per niente il proprietario ma ne ha semplicemente il diritto di superficie.
Per sanare il danno l'imprenditore finito nelle maglie della burocrazia è costretto a pagare al Comune di Palermo una oblazione di circa 17 mila euro, acquisendo così il diritto di proprietà sull'appartamento.
A questo punto il 47enne, dopo vani tentativi di componimento bonario della lite in via stragiudiziale, si è rivolto al tribunale facendo riferimento alle legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Il Tribunale Civile di Caltanissetta, competente per questa causa, ha condiviso le ragioni dell'imprenditore e, accertato l'errore del collega magistrato che aveva trasferito all'asta il mero diritto di superficie al posto del pieno diritto di proprietà dell'appartamento, ne ha deciso la responsabilità condannando la Presidenza del Consiglio dei ministri al risarcimento del danno.
"Grande soddisfazione personale e professionale - dice l'avvocato Salvatore Bidera Miceli, legale dell'imprenditore risarcito - per aver ottenuto la riparazione di un danno ingiusto mediante la dovuta tutela risarcitoria. Con l'assistenza attenta e costante di un singolo si sono garantiti i diritti in favore dell'intera collettività, spesso vittima degli ingranaggi della complessa macchina della giustizia".
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