Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

L'inchiesta sul Policlinico di Palermo, la lettera del rettore Midiri: «Il nostro ateneo è sano»

Il rettore Midiri

In una lettera a docenti, personale amministrativo e socio-sanitario e studenti, il rettore dell’Università di Palermo commenta l’indagine che due giorni fa ha portato agli arresti dell’ex ordinario di Chrirurgia, Gaspare Gulotta, e della figlia Elena, medico al Civico di Palermo, e che ha coinvolto altre persone. Entrambi sono ai domiciliari. L’indagine riguarda alcune vicende concorsuali, «pur incrociate, per uno degli indagati, con altri aspetti del tutto estranei al contesto universitario», dice il rettore. «Siamo assolutamente fiduciosi nella capacità del nostro sistema giudiziario e della magistratura di potere ricostruire il reale andamento dei fatti avvenuti - spiega -. Abbiamo tuttavia, in questo frangente, il dovere di rivendicare con convinzione che il nostro ateneo costituisce un organismo sano, rispettoso della legalità e del principio della valorizzazione del merito». «La nuova governance - aggiunge - si è immediatamente assunta la responsabilità di intervenire con modifiche radicali del Regolamento per le chiamate dei docenti. Siamo pienamente consapevoli - osserva - che, come più volte segnalato anche dalla ministra Messa, il sistema concorsuale italiano richiede importanti modifiche». Nel nuovo regolamento si potrà accesso ai candidati esterni che potranno partecipare a tutte le selezioni: prima alcune erano riservate agli interni. Mentre nei concorsi per professore associato la commissione d’esame, anziché indicare il vincitore, formulerà una terna di idonei fra i quali il dipartimento di competenza indicherà con voto chi chiamare, sulla scorta di quanto già avviene per la scelta dei direttori. «Ai colleghi coinvolti, chiamati ad affrontare un periodo estremamente doloroso dal punto di vista umano e personale, continueremo a riservare - senza deflettere dalla ferma e inappellabile condanna di eventuali comportamenti criminosi che la magistratura dovesse infine accertare, e fermi restando i provvedimenti che già nell’immediato l’Ateneo sta adottando nei loro confronti - il rispetto e la vicinanza che i contesti umani e le lunghe consuetudini di collaborazione trascorsi richiedono e impongono, nel pieno rispetto del principio ineludibile della presunzione di innocenza», conclude.

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