Palermo

Domenica 24 Novembre 2024

Marzia Fragalà sulla sentenza d'appello: «Credo che ora sia stata fatta giustizia»

Marzia Fragalà, la figlia dell'avvocato ucciso

«Sì, credo che ora giustizia sia stata fatta». L’avvocato Marzia Fragalà, figlia di Enzo, il penalista ucciso a Palermo, sembra esprimere in pieno la sensazione di tristezza e vuoto che hanno tutti i protagonisti di vicende terribili come la sua. Figli, fratelli, sorelle, padri e madri di vittime uccise dalla violenza della mafia, che per anni combattono per avere la verità. Poi, finiti i processi e le lunghe giornate trascorse in aula a pochi passi dai (presunti) assassini, sembrano svuotati dal dolore che hanno vissuto, giorno per giorno, udienza per udienza. «È stata una giornata piena di emozioni e di grande tensione - afferma - ma alla fine è arrivata questa sentenza che comunque mette un punto fermo. Certo, manca ancora la Cassazione, ma è stato chiarito tutto quello che doveva essere chiarito. È vero, sono stati assolti due imputati, ma contro di loro non c’erano prove decisive e nel dubbio sono stati scagionati. Ma per il resto la ricostruzione che è stata fatta in cinque anni di processi mi convince in pieno. Affrontarli non è stato facile, è stato molto faticoso per noi tutti. Sono molto stanca». Ieri la corte di assise di appello presieduta da Angelo Pellino ha confermato le provvisionali per le parti civili: 100 mila euro ciascuno alla moglie e ai figli del penalista. Settantamila euro erano stati riconosciuti alla madre del penalista, nel frattempo deceduta, 25 mila alla Camera penale e al Consiglio dell’Ordine degli avvocati, 10 mila al Consiglio nazionale forense. Il sindaco Orlando ha espresso «vicinanza» ai familiari e agli amici del penalista. Una sentenza fotocopia rispetto a quella dei giudici di primo grado (quelli della prima sezione della corte di assise, presieduta da Sergio Gulotta) che valutarono come molto attendibili le dichiarazioni di Siragusa. «Siragusa - riprende Marzia Fragalà - ha partecipato all’agguato, mentre l’altro collaboratore, Francesco Chiarello, ripete cose che ha sentito dire. Ma a prescindere da questo non credo che ci sia solo un aspetto di tutta questa vicenda così dolorosa che non sia stato affrontato in aula. Giudici, avvocati e inquirenti hanno preso in considerazione ogni dettaglio, valutato ogni particolare e dunque per questo credo che ci sia stata vera giustizia». Due processi però senza i veri mandanti. «Ma sono fiduciosa anche per questo, di elementi emersi ce ne sono parecchi, magari bisognerà solo aspettare un po’».

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