Palermo

Mercoledì 23 Ottobre 2024

Palermo, mafia e scommesse: confiscati a Bacchi beni per 6 milioni, compresa lussuosa villa

L'arresto di Benedetto Bacchi

A Palermo la polizia ha confiscato a Benedetto Bacchi,  detto Ninì, un ingente patrimonio, per un valore complessivo di circa sei milioni di euro. Si tratta di 10 beni immobili, 7 società operanti nel settore edile e in quelle dei giochi e delle scommesse, delle quali alcune ubicate a Malta, quattro veicoli, sei rapporti finanziari, una quota societaria e diritti di credito peer 300 mila euro di un'impresa operante a Terni. La figura del cinquantenne Bacchi, imprenditore attivo nel settore dei giochi e delle scommesse online, è emersa nell’ambito delle indagini condotte dalla squadra mobile di Palermo relative all’operazione di polizia denominata Game Over.  L'indagine, come rileva la polizia, ha confermato l’esistenza di una forte e indissolubile compenetrazione tra l’attività dell’organizzazione mafiosa Cosa Nostra e la gestione e distribuzione sul territorio delle sale gioco e scommesse in seno alle quali, quotidianamente, si muove una mole di denaro, spesso sottratta a qualunque forma di controllo legale e fiscale, che rappresenta una delle più cospicue fonti di reddito degli ultimi anni per la stessa associazione criminale. Avvalendosi del sostegno offerto dalla famiglia mafiosa di Partinico ed, in particolare, di Francesco Nania, oltre che delle famiglie mafiose palermitane di San Lorenzo, Resuttana, Porta Nuova, Noce e Brancaccio, Bacchi, secondo quanto accertato dalle indagini, è riuscito, in breve tempo, ad aggiudicarsi il mercato del gioco sul territorio palermitano in posizione di monopolio rispetto agli altri concorrenti. Lo stesso imprenditore, nell’arco di un decennio, ha sviluppato e consolidato un circuito di scommesse e giochi online in grado di competere con i più importanti marchi nazionali, con la sostanziale differenza, però, che il suo circuito, in questa rapida e, allo stesso tempo, anomala crescita, è stato supportato da Cosa Nostra, che gli ha consentito di limitare drasticamente la concorrenza e, quindi, di ampliare al massimo la diffusione del suo marchio in cambio di una partecipazione ai profitti e all’utilizzo dei canali finanziari del circuito delle scommesse e dei giochi a distanza per riciclare e occultare proventi di attività illegali. La figura di Benedetto Bacchi ha, quindi, assunto i caratteri dell'imprenditore che ha scelto come socio, deliberatamente e programmaticamente, l'organizzazione mafiosa, scendendo a patti con i suoi esponenti, così da poter realizzare la propria strategia di espansione dei punti gioco, offrendo, in cambio, la concreta prospettiva di elevati profitti derivanti, tra l'altro, dalla sua illecita attività. Il provvedimento di confisca è stato emesso dal Tribunale di Palermo, Sezione Misure di Prevenzione, su proposta del Questore di Palermo. Gli elementi investigativi emersi dall'indagine su Bacchi, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Palermo, sono confluiti nell’ordinanza di applicazione di misure cautelari (la nr. 22264/13 R.G.N.R. e n. 13079/13 R.G.GIP) emessa dal Tribunale di Palermo, Sezione del Giudice per le indagini preliminari, il 26 gennaio del 2018, nei confronti dello stesso Bacchi e di altri indagati, a vario titolo, per i reati di associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso, riciclaggio e associazione per delinquere finalizzata alla produzione, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Nell’ambito del citato procedimento penale, in data il 26 ottobre scorso, Benedetto Bacchi è stato condannato dal Tribunale di Palermo, con rito ordinario, a 18 anni di reclusione per i reati di concorso esterno in associazione mafiosa, concorrenza sleale aggravata dal metodo mafioso e per i reati, anche questi aggravati dal metodo mafioso, di associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse, truffa aggravata, trasferimento fraudolento di valori, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. Sulla base della pericolosità sociale di Bacchi, qualificata dall’appartenenza dello stesso al sodalizio mafioso, sono state avviate dall’Ufficio misure di prevenzione della Questura di Palermo indagini patrimoniali che hanno permesso di ricostruire l’origine del suo ingente patrimonio, frutto evidente del reimpiego di una cospicua parte dei capitali di illecita provenienza utilizzati dallo stesso nell’acquisto di numerosi beni, alcuni dei quali fittiziamente intestati a persone a lui vicine. Oggi la Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha disposto, a carico di Bacchi la confisca dei beni già oggetto di sequestro nel dicembre del 2018, tra i quali spicca, tra gli altri, anche una lussuosa villa che si trova a Palermo, in viale Margherita di Savoia. Con lo stesso decreto gli è stata, inoltre, applicata la misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di tre anni.  

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