Arrestato il direttore dell’ufficio postale di Palazzo Adriano, piccolo centro della provincia di Palermo noto per essere stato il set del film premio Oscar di Peppuccio Tornatore Nuovo Cinema Paradiso. Si chiama Gaetano Cascio, ha 40 anni, è di Burgio, un vicino centro della provincia di Agrigento. È accusato di essersi impossessato dei soldi di un pensionato di 80 anni. Sono stati i carabinieri della compagnia di Lercara Friddi a condurre in porto l’operazione, dando esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip del Tribunale di Termini Imerese, su richiesta della locale Procura. Contestati i reati di sostituzione di persona, peculato e tentata estorsione ai danni del pensionato.
Il provvedimento, spiega il comunicato dell'Arma, è frutto di una meticolosa attività investigativa, coordinata dalla Procura di Termini Imerese e condotta dai carabinieri della compagnia di Lercara Friddi, che ha consentito di acquisire tempestivamente un grave quadro indiziario a carico del pubblico ufficiale, alla direzione del piccolo ufficio postale da circa cinque anni.
In particolare, il gip ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza nella condotta del direttore che, avvalendosi della propria funzione, avrebbe aperto fraudolentemente a nome della vittima, ignara di tutto, un nuovo libretto postale, sostituendosi ad essa ed inducendo in errore gli operatori del servizio centrale di Poste Italiane. Successivamente avrebbe trasferito l’importo di circa 130.000 euro dal libretto legittimamente intestato al pensionato a quello da lui artificiosamente creato, dal quale, avendone la totale disponibilità, avrebbe sottratto la somma di circa 71.000 euro, versandola su un conto corrente bancario a lui riconducibile. Inoltre, venuto a conoscenza del fatto che il pensionato, accortosi dell’ammanco, aveva presentato denuncia contro ignoti presso la locale stazione dei carabinieri, il direttore avrebbe rivolto minacce alla figlia dell’anziano cliente per costringerlo a ritirare la denuncia.
L’autorità giudiziaria ha emesso, nei confronti dell’indagato, un ordine di sequestro preventivo anche per equivalente della somma indebitamente sottratta alla vittima, che i carabinieri hanno eseguito, contestualmente all’applicazione della misura cautelare coercitiva, sequestrando al direttore dell’ufficio postale due abitazioni.
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