Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

La mamma dell'agricoltore ucciso: «Epilogo terribile, ma non sono stupita»

Concetta Grispino, la mamma di Carlo Domenico La Duca

Un cocktail di sesso e soldi, come nel più classico dei gialli, dietro il presunto delitto dell’agricoltore di Cerda scomparso tre anni fa. Non c’è la prova delle prove, il ritrovamento del corpo, il che non permette ancora di scrivere la parola fine sul fascicolo del trentottenne Carlo La Duca. Dopo ricerche e appelli in televisione, sono finiti agli arresti la moglie Luana Cammalleri, 36 anni, ed il migliore amico della vittima e amante della donna Pietro Ferrara, di 57. I due sono difesi dall’avvocato Giovanni Marchese: «Ho fiducia nell’innocenza dei mie clienti - dice -. Attendiamo l’interrogatorio di garanzia che si svolgerà lunedì a mezzogiorno». La coppia è stata rinchiusa nel carcere di Pagliarelli con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere. Hanno ammesso di avere avuto una relazione, ribadendo per il resto le versioni sempre rese in tutti questi anni, dopo che Carlo è sparito nel nulla. La Duca, un metro e 75, occhi verdi e abbigliamento sportivo, manca da casa dal 31 gennaio del 2019. Sia la moglie che la madre, che mal si tolleravano durante il matrimonio e la convivenza sotto lo stesso tetto, sono andate alla trasmissione Chi l’ha Visto? per dare una scossa alle indagini. Sullo sfondo delle immagini che raccontavano il loro matrimonio, Luana Cammalleri aveva detto: «Si deve ricordare che io lo amo e l'ho amato sempre e che ha due figli che lo aspettano». In realtà, lui aveva già un’altra relazione e stavano divorziando. Ma la madre Concetta Grispino se lo sentiva che al figlio era successo qualcosa di grave. Ieri la quasi ottantenne non ha voluto parlare direttamente con i cronisti, ma ha filtrato i suoi pensieri attraverso l’avvocato che rappresenta la famiglia, Giovanni Pirrone. Sorpresa dell’epilogo e dell’arresto della nuora? Non troppo. In questi anni, i destini delle due donne si erano fisicamente divisi: Luana aveva tenuto per sé il conteso casale che si trova all’estrema periferia di Cerda, la suocera si era trasferita in paese. «Una tregua armata, per amore dei miei nipoti di 13 e 9 anni - fa sapere -. Prima gli dicevamo che il padre era andato fuori per lavoro. Ora sanno la verità. Me li hanno affidati». Spera di farcela, Concetta, a sopportare anche questa responsabilità. «Non sono contenta se verrà fuori che sono coinvolti Luana e Pietro, voglio solo che chi è colpevole paghi. E di avere una tomba sulla quale potere piangere». Intanto le due donne si fronteggiano già da tempo in un processo che è alle ultime battute: Luana è accusata di minacce per avere avvolto un filo del telefono attorno al collo della suocera dopo l’ennesima lite per futili motivi: «Prima o poi ti ammazzo», le avrebbe detto. La Grispino l’aveva denunciata, la sentenza è attesa a giugno. Ora un’ombra più grande sui loro destini. «Che Carlo sia ancora vivo, è impossibile. Si tratta di omicidio - dice l’avvocato Giovanni Pirrone, che rappresenta la famiglia - . C’è ancora una indagine in corso. Fare sparire un cadavere non è una cosa tanto semplice, magari qualcuno ha aiutato gli assassini. Potrebbero essere coinvolte altre persone». Nella ricostruzione fatta dai carabinieri, più che la passione fedifraga per il miglior amico del marito, sarebbe stato il denaro e i beni materiali a fare architettare alla coppia la presunta missione di morte. Ma restano molti punti oscuri: nelle intercettazioni riportate nell’ordinanza emessa dal gip Marco Gaeta, non si sentirebbero mai passaggi espliciti dove si parla dell’assassinio. Né si chiarisce il modo usato per ucciderlo, né tanto meno si fa cenno al luogo dove sarebbe avvenuto l’agguato mortale. Gli investigatori scaveranno in alcuni terreni di Ciaculli che si trovano a pochi passi dall’abitazione di Ferrara. Proprio da quelle parti sarebbe passato La Duca prima di finire nell’oblìo.

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