Le grandi braccia di Palermo. Si allargano per accogliere i profughi ucraini, si fanno forti per sostenerli con cibo e beni di prima necessità, si fanno lunghe in alcuni casi per mettere mano al portafogli e pagare b&b o qualunque altro alloggio. Le braccia dei palermitani in questo momento sono simbolo di solidarietà, di amore, di pace.
C'è un numero che lo certifica: duecento. Duecento come le famiglie che hanno dato al Comune la disponibilità ad ospitare nelle proprie case adulti e bambini fuggiti dall'orrore della guerra, ucraini che hanno ancora nelle orecchie l'eco dei bombardamenti e negli occhi le lacrime per chi è rimasto in patria vivo o morto.
Duecento famiglie in poco più di una settimana hanno scritto all'indirizzo di posta diffuso dal Comune di Palermo per manifestare la volontà ad accogliere, ma anche per accompagnare e facilitare le pratiche di ricongiungimento e mettere in collegamento i profughi con le associazioni. Bisogna scrivere a [email protected] se si vuole dare una mano (c'è anche chi ha mandato un messaggio di posta su Facebook alla nostra redazione chiedendo come fare), dall'altra parte c'è qualcuno che legge e poi contatta l'autore della mail.
"In questi giorni i palermitani stanno confermando quanto sia grande il loro cuore - commenta l'assessore comunale alla Cittadinanza solidale Cinzia Mantegna -. Generosità e solidarietà sono tangibili. C'è chi ha manifestato la disponibilità a ospitare profughi nella propria abitazione, ma anche chi è disposto a pagare un B&B o l'affitto di un locale, o ancora a lasciare anche solo un contributo".
Sono giorni intensi anche per il Comune, come racconta l'assessore. "Abbiamo attivato una cabina di regia con la prefettura e con il commissario straordinario per l'emergenza Covid Renato Costa. Una macchina che è già partita con l'arrivo ieri dei 22 profughi all'aeroporto Falcone Borsellino".
Contemporaneamente anche la Regione ha avviato le operazioni di coordinamento per rendere efficiente il sistema dell'accoglienza in tutta l'Isola. Musumeci, nelle vesti di commissario delegato dello Stato per l'emergenza dell'Ucraina, nelle scorse ore ha incontrato i nove prefetti della Sicilia, e insieme agli assessori alla Famiglia e alla Salute e al capo della Protezione civile regionale è stato stabilito come procedere. Determinante sarà il coinvolgimento degli enti del terzo settore, ma andrà realizzata anche una mappatura regionale delle strutture di accoglienza gestite dagli enti locali e dalla Regione, quali le Ipab dove poter ospitare i profughi.
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