Prime condanne a Palermo contro la banda dei biglietti Amat taroccati. Una trentina tra presunti falsari e truffatori sono comparsi stamattina davanti al giudice per l’udienza preliminare. Nove hanno scelto di patteggiare una pena sospesa di un anno e 6 mesi, altri 19 invece hanno optato tra il rito abbreviato (3) e l’ordinario (16). I nove che hanno patteggiato sono Cristina Arnetta, Lorenzo Cricchio, Rosaria D'Agostaro, Gaetano Falconieri, Giovanni Federico, Maria Papa, Giacomo Raro, Vincenzo Riccardo e Marco Ventimiglia. Le condanne sono state inflitte dal gup Maria Cristina Sala, lo stesso giudice che deciderà anche gli abbreviati previsti per il 6 aprile. Il processo ordinario davanti al giudice monocratico della quarta sezione inizierà invece il 5 luglio. Un affare molto remunerativo, visto che secondo gli investigatori, sarebbero decine di migliaia i tagliandi fasulli - dal valore oscillante tra 1,30 euro e 1,40 euro - che sarebbero stati piazzati sul mercato intorno al 2015, soprattutto attraverso le rivendite di tabacchi. Un danno ingente per l’ex municipalizzata, costituita parte civile con gli avvocati Valentina Castellucci e Corrado Nicolaci, che gestisce il trasporto pubblico in città e che aveva rilevato e denunciato alla procura delle irregolarità proprio in questo campo. Adesso i legali chiedono il conto del risarcimento agli imputati: 150 mila euro. Secondo gli investigatori, alcuni dipendenti infedeli dell’azienda sarebbero riusciti ad impossessarsi del file originale utilizzato per produrre i biglietti. Gli impiegati Amat avrebbero poi affidato il file ad una tipografia, individuata a Bagheria, che avrebbe stampato migliaia di tagliandi identici a quelli veri. Successivamente - sempre in base alla ricostruzione degli inquirenti - i biglietti fasulli sarebbero stati venduti soprattutto ai tabaccai.