Nel 2010 l’Università degli Studi di Palermo aveva indetto una procedura selettiva per la copertura di un posto di ricercatore universitario presso la Facoltà di Architettura. Vincitrice delle selezione venne proclamata l’architetto E.G. Ma l’esito della procedura fu contestato da altri due partecipanti con ricorso proposto dinanzi al Tar per presunte illegittimità attribuite dai ricorrenti alla Commissione giudicatrice. E.G. si costituì in giudizio con il patrocinio degli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, sostenendo la correttezza dell’operato della Commissione esaminatrice e la discrezionalità insindacabile dell’organo giudicante e chiedendo pertanto il rigetto del ricorso. Il Tar di Palermo, Sezione Seconda, dopo aver respinto la richiesta cautelare, ha dichiarato improcedibili i ricorsi proposti dieci anni or sono per sopravvenuta carenza d’interesse alla decisione del ricorso da parte degli originari ricorrenti. A questo punto, l’architetto E.G. ha deciso di agire nuovamente in giudizio per ottenere l’indennizzo riconosciuto ai sensi della legge Pinto per l’eccessiva ed irragionevole durata del giudizio. La Corte di Appello di Palermo, accogliendo le censure sollevate in giudizio dagli avvocati Girolamo Rubino e Carmelinda Gattuso, ha accolto la domanda di equa riparazione e riconosciuto all’architetto l’indennizzo. Nelle more del giudizio, l’architetto ha superato anche il concorso di professore associato.