Kateryna, Viktoriya, Tatiana. Ucraine di Sicilia, in ansia per le sorti del loro Paese dove, in queste ore, sempre più forti spirano venti di guerra per un imminente attacco russo. Sono circa duemilacinquecento i residenti ufficiali nell’Isola e tutti seguono con preoccupazione l’evolversi della situazione. Kateryna Filyuk, trentacinque anni, laureata in Filosofia, curatrice d’arte contemporanea, da quattro anni abita a Palermo dove s’è trasferita per amore dopo aver sposato Mauro da cui ha avuto il piccolo Timoteo di un anno e mezzo. Originaria di Odessa, Kateryna e Mario avevano programmato un viaggio in Ucraina per il prossimo 22 febbraio per far conoscere il figlio ai parenti. «Mia madre è ansiosa – dice Kateryna – mi ha detto che per cercare di vivere una vita serena ha deciso di non guardare più la tv e non sentire nulla sull’imminente attacco: non è una soluzione ma la capisco. Io non dormo da un paio di notti, mi sveglio e penso che sia già successo il peggio. Fino a dieci anni fa, era tutto diverso anche se, in fondo, viviamo in guerra da almeno otto anni. E dire che con i russi condividiamo la stessa lingua, leggiamo gli stessi libri, cantiamo le stesse canzoni: certo, siamo due Paesi diversi, ci unisce il bilinguismo, potevamo condividere tutto ma non è più così. Una mia amica russa che, come me, abita a Palermo mi ha confessato, in lacrime, d’essere sconvolta all’idea d’una guerra».