L’inchiesta, che oggi ha portato all’arresto del medico mafioso Giuseppe Guttadauro nasce dalle ricerche del boss latitante Matteo Messina Denaro coordinate dal procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido. Il fratello di Guttadauro, Filippo, è infatti cognato del capomafia di Castelvetrano. In una conversazione Mario Carlo Guttadauro si mostra consapevole di ciò che comporta una parentela come quella. «Pensi che ti controllano?», gli chiede un amico. E lui risponde: «Ma certo, ho il parente del mio parente che è il più importante latitante che c'è. Il secondo del mondo, il più importante che c'è in Italia». Il riferimento è proprio a Matteo Messina Denaro. Il rampollo di mafia stava molto attento alle lezioni del padre. «Ti devi evolvere, hai capito? Il problema è rimanere con quella testa, ma l’evoluzione...», dice Giuseppe Guttadauro a suo figlio in un'altra conversazione intercettata. Non appena scarcerato nel 2012 «il dottore» si era trasferito a Roma. Ufficialmente faceva volontariato, ma è stato intercettato dai carabinieri mentre discuteva di affari e droga. Questa notte è stato arrestato mentre rientrava dal Marocco. I carabinieri del Ros non hanno mai smesso di seguirlo e intercettarlo. Guttadauro è stato sorpreso a parlare di droga: «Però mi secca dirglielo ai calabresi», diceva parlando dei traffici. Anche la conversazione del figlio Mario Carlo con l'amico si inquadra nel contesto del traffico di droga. Discutendo di uno «scarico (di stupefacente ndr) a Rotterdam» i mafiosi dicevano anche: «Questi salgono 100 chili al mese. Allo scarico funziona così. Ci sono i doganieri, che prendono il 25 per cento». Il dottore dispensava pure consigli ai giovani boss. «Non puoi scendere a livello dei picciutteddi - diceva il maestro all’allievo - non va bene. Devi metterti a un livello diverso».