I vestiti da burlesque servivano al medico Marcello Grasso per circuire le sue vittime e poi commettere gli abusi nello studio medico, oppure erano soltanto abiti di scena che il neuropsichiatra utilizzava per allestire spettacoli ai quali partecipavano anche ex tossicodipendenti nell’ambito di un percorso di riabilitazione? La domanda, come ricostruisce il Giornale di Sicilia in un articolo in edicola oggi, è il primo punto di confronto tra accusa e difesa nel processo a carico dello specialista, accusato di avere abusato di tre sue pazienti. Il dibattimento si è appena aperto davanti ai giudici della seconda sezione del tribunale e alla scorsa udienza sono stati ascoltati i poliziotti della squadra mobile che svolsero le prime indagini sul conto del dottore.