«Il 26 gennaio 1979 Mario Francese, giornalista di punta del Giornale di Sicilia, viene ucciso sotto casa dopo una giornata di lavoro. Le sue inchieste sull'ascesa dei corleonesi, su Totò Riina - fino ad allora per lo più quasi uno sconosciuto - sui rapporti tra politica e mafia e, sull'infiltrazione di quest’ultima nei grandi appalti dell’epoca, avevano colto nel segno. Mario Francese era diventato pericoloso ed è stato messo a tacere. I mandanti non potevano immaginare che a distanza di anni, attraverso i suoi articoli, la sua voce sarebbe risuonata nelle aule di Tribunale, nelle redazioni dei giornali, nelle aule di tante scuole d’Italia. Fino a diventare una presenza viva». Così Silvia Francese ricorda l’omicidio del nonno Mario, avvenuto in viale Campania a Palermo, in un intervento sulle pagine di Noi Magazine, l’inserto giovani di Gazzetta del Sud in pubblicazione domani. Lei ha raccolto il testimone della memoria dal padre Giulio Francese, consigliere nazionale dell’Ordine dei giornalisti, artefice assieme al fratello Giuseppe della battaglia per la giustizia, conclusasi dopo 22 anni con la condanna di mandanti ed esecutori dell’assassinio del padre Mario. Nell’edizione di Messina di Noi Magazine una pagina è dedicata ai temi della legalità e dell’informazione di qualità, ricordando l’incontro nell’ambito di Gds Academy con il presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia Roberto Gueli, che ha ribadito a studentesse e studenti partecipanti al progetto «Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine» il valore della verità, «scomoda ma necessaria», che ispirava il mestiere di professionisti come appunto Mario Francese. La nipote Silvia ha inoltre annunciato la prossima edizione del Premio nazionale «Mario e Giuseppe Francese» che, tributando riconoscimenti ai giornalisti impegnati in difesa della verità, coinvolgerà anche le scuole e i giovani sul tema «Il volto della mafia 30 anni dopo», nel ricordo delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in collaborazione con l’Ordine dei giornalisti di Sicilia, la sede Sicilia del Centro sperimentale di cinematografia-Scuola nazionale di cinema, Libera e l'associazione Uomini del Colorado.