Una relazione sentimentale idilliaca terminata tra mille problemi e trasformatasi successivamente in un incubo infernale. Una ventenne di Alia, piccolo centro del palermitano, è l’ennesima vittima di un fenomeno ormai diffuso e che preoccupa non poco: il “sextortion", un reato che si caratterizza per il metodo estorsivo di denaro, e non solo, messo in atto per mezzo di immagini o filmati che mostrano la vittima mentre compie atti di natura sessuale.
Al termine della relazione amorosa, nata sui social network con scambio di complicità e foto dal contenuto sessualmente esplicito, il coetaneo, un palermitano del quartiere Brancaccio, ha vestito i panni dell’estortore, ricattando la sua giovane vittima. Sembrava un gioco innocente destinato a rimanere nell’intima vita privata della coppia, invece lui l’ha utilizzato come arma di ricatto per ottenere favori sessuali e altri benefici.
Una vera e propria richiesta estorsiva tendente ad ottenere dalla ragazza foto e video “osè” ad oltranza, al solo fine di assecondare le volontà sessuali dell’estortore. Un suo rifiuto avrebbe comportato un “revenge porn”, una vendetta sessuale. Il rischio era quello di condividere i “click” e i filmati in suo possesso, agli amici e ai parenti della ventenne per screditarla e provocarle di fatto una vera e propria umiliazione.
La giovane aliese, però, ha deciso di denunciare i fatti ai militari della stazione dei carabinieri di Alia che, utilizzando le note procedure del “Codice Rosso”, ha permesso di raccogliere la deposizione della donna e attivare le procedure d’urgenza. I militari dell’Arma di Alia, guidati dal maresciallo Alberto Castello, hanno agito in piena sintonia con l’autorità giudiziaria di Termini Imerese, che ha immediatamente spiccato un mandato di perquisizione nei confronti del ventenne palermitano.
Alle prime luci dell’alba, i carabinieri aliesi hanno fatto irruzione nella sua abitazione del quartiere Brancaccio, identificandolo e ponendo sotto sequestro tutto il materiale informatico rivenuto. Smartphone, tablet e personal computer sono ora al vaglio degli inquirenti e serviranno in sede di processo come prove per contestare al giovane il reato di cui, secondo i carabinieri, è responsabile.
Il ventenne palermitano per la sua condotta illecita è stato deferito all’autorità giudiziaria per estorsione e tentata diffusione illecita di immagini dal contenuto sessualmente esplicito. Rischia una pena detentiva da cinque a dieci anni.
Caricamento commenti
Commenta la notizia