Un progetto faraonico, il miraggio di una vita: vivere nella casa dei sogni. È diventato però un miraggio il Pedagni Cola Residence di Castelbuono. Tutto questo mentre la Na.Sa. Costruzioni Srl, l’impresa che avrebbe dovuto portare a termine le villette, è fallita e le sue quote sociali sono state vendute a una società bulgara.
Per questi fatti la Procura di Termini Imerese, diretta da Ambrogio Cartosio, aveva chiesto l’archiviazione dell’indagine per truffa e bancarotta fraudolenta a carico dell’amministratore unico Pietro Lo Mauro, 50 anni, di Petralia Soprana, colui che avrebbe intascato centinaia di migliaia di euro dagli ignari acquirenti. Il gip Claudio Emanuele Bencivinni l’ha però rigettata, disponendo nuove indagini, in accoglimento della richiesta degli avvocati Luigi Spinosa e Salvatore Valerio. La decisione risale ad alcuni giorni fa, ma si è appresa solo ieri.
Lo Mauro non è nuovo a fatti di cronaca giudiziaria. Il suo nome è rimbalzato con l’operazione Cassandra, che ha decimato i clan di Misilmeri e Belmonte Mezzagno. L’attività investigativa ha puntualmente ricostruito, tra i tanti delitti, un cavallo di ritorno per un camion e un escavatore rubati, il 9 marzo 2016 nel capoluogo, a Lo Mauro, definito dai carabinieri del comando provinciale «imprenditore legato al mandamento mafioso di San Mauro Castelverde».
«Nonostante fosse stata allertata la polizia - scriveva il gip nell’ordine di custodia per altre persone - Lo Mauro non formalizzerà mai la denuncia di furto di quei mezzi, percorrendo, invece, la pista mafiosa». Infatti, appena quattro minuti dopo avere appreso del furto, telefonava all’amico Tony Maranto, in quel periodo numero due del mandamento di San Mauro, interessandolo del caso.
Il legame tra Lo Mauro e Maranto emerge anche dall’inchiesta Black cat. Quattro anni prima, il boss aveva riferito al reggente della famiglia mafiosa di Castelbuono, Antonio Maria Scola, che «l’imprenditore Lo Mauro doveva corrispondergli ancora 15 mila euro per dei lavori fatti in passato dall’impresa Lufra Trasporti, di proprietà della moglie». Maranto, piuttosto che adire le vie legali per recuperare il credito, «manifestava a Scola la sua ferma intenzione di sottoporre ad estorsione quell’imprenditore, per delle villette che lo stesso stava costruendo a Castelbuono».
Si trattava, appunto, delle villette del Pedagni Cola Residence. Un complesso che doveva essere consegnato il 30 giugno 2015. Lo Mauro, mentre lasciava debiti in vari esercizi commerciali del paese, insieme al socio Luigi Bongiorno rassicurava gli acquirenti «sul buon esito dell’operazione». Tuttavia, i lavori si erano interrotti, ma i soci della Nasa Costruzioni continuavano «ad offrire labiali garanzie sul completamento delle opere».
Solo il 19 gennaio del 2019 alcuni acquirenti venivano a sapere, mediante una visura catastale, che le quote della Nasa erano state vendute a una società della Bulgaria. Quindi la denuncia e la successiva inchiesta condotta dalla stazione dei carabinieri di Castelbuono.
Scopri di più nell’edizione digitale
Per leggere tutto acquista il quotidiano o scarica la versione digitale.
Caricamento commenti
Commenta la notizia