Le sezioni unite civili della Cassazione, con due distinte sentenze depositate oggi, hanno respinto i ricorsi presentati da Michele Prestipino contro la sentenza del Consiglio di Stato con cui era stata annullata la sua nomina, deliberata dal Csm nel marzo 2020, a capo della procura di Roma. Prestipino aveva impugnato la decisione con cui Palazzo Spada, nel maggio scorso, aveva confermato la decisione del Tar Lazio di accogliere il ricorso del pg di Firenze Marcello Viola, il quale era stato escluso dalla corsa al vertice della procura della Capitale. La difesa di Prestipino, davanti alle sezioni unite della Cassazione, lamentava un «eccesso di potere giurisdizionale» da parte del Consiglio di Stato. Nelle due sentenze «gemelle» depositate oggi dai giudici della Suprema Corte, si osserva che «nessuna invasione dell’ambito delle attribuzioni costituzionali del Csm è ravvisabile» nella decisione dei giudici amministrativi e che «il Consiglio di Stato non ha travalicato il confine della propria giurisdizione». «Va escluso che nel caso in esame - si legge nelle due sentenze - il Consiglio di Stato abbia esorbitato dai limiti posti al proprio giudizio, conformando la scelta del Csm mediante la riformulazione dei criteri da applicare». Il Consiglio di Stato, sottolinea la Cassazione, «ha difatti rimarcato la manifesta irrazionalità e, quindi la palese illegittimità dei criteri di scelta adottati dal Csm in base al mero tenore testuale dell’articolo 18 del Testo unico sulla dirigenza giudiziaria e lo ha fatto nell’esercizio del proprio potere-dovere di valutazione». Dunque, «nessuna invasione della sfera del merito amministrativo si è quindi prodotta - osservano i giudici di Piazza Cavour - poiché il Consiglio di Stato si è limitato a svolgere l’attività d’interpretazione dei parametri normativi che è propria della sua funzione». Anche l’avvocato generale della Corte Renato Finocchi Ghersi, nella sua requisitoria per l’udienza davanti alle sezioni unite del 23 novembre scorso, aveva sollecitato di dichiarare inammissibili o infondati i ricorsi di Prestipino. Sulla nomina del procuratore capo di Roma è attesa per le prossime settimane la nuova decisione del plenum del Csm. La Quinta Commissione, competente sugli incarichi direttivi, ha concluso i suoi lavori formulando due proposte: quella di maggioranza (con 4 voti a favore in Commissione) riguarda l’attuale capo della procura di Palermo Francesco Lo Voi, quella di minoranza (sostenuta con un voto in Commissione), invece, propone la nomina di Viola.