Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Palermo, dallo Yamaha alla Porsche: così gli spacciatori chiamavano la droga

Operazione Pandora: un momento dello spaccio in un'immagine ripresa dai carabinieri

Un macello di... droga che invade le piazze dello spaccio e già da mesi fa scattare l’allarme rosso. A dicembre del 2019 veniva intercettata una conversazione nel corso della quale gli indagati dell’operazione Pandora, che ha smantellato la vendita di droga tra Ballarò, Partanna-Mondello ed il Cep, e fatto scattare 30 arresti, discutevano dei traffici di droga facendo riferimento alla disponibilità e alle future forniture e facendo commenti sulle diverse qualità in commercio. I turchi, la bomba ed il tunisino. Sembra una spy story internazionale, invece sono frasi captate dai carabinieri tra gli spacciatori. La qualità più scadente era definita lo Yamaha, la migliore Porsche e giallino. Uno degli indagati affermava che i turchi avevano consegnato al fratello 30 chili di hashish, un altro doveva presto ricevere «la bomba dal tunisino». Frasi in codice per evitare di farsi scoprire dalle forze dell’ordine, delle quali sentivano costantemente il fiato sul collo. Il giorno seguente, il gruppo aveva per le mani un panetto chiamato «amnesia» e si dava il via al nuovo prezziario: si stavano avvicinando le feste, la richiesta di droga aumentava e così anche i costi: dai 270 ai 350 euro a panetto, che pesava 100 grammi. «Sono andato dove mi hai detto tu, l'ho comprato ma non è che posso portarlo con il motore. È Porsche», dice uno degli spacciatori, tutto contento di avere fatto l’affare con la qualità di cocaina migliore su piazza. Ma l’altro fredda l’entusiasmo e lo bacchetta: «Non ti fare prendere in giro, sei veramente locco... Quello è il giallino che non si attacca. Io comunque gli ho detto che mi sto facendo i bagni con il Yamaha». Lo spacciatore preferiva tenere la scorta di hashish ancora in deposito allo scopo di mettere la droga nel mercato nel periodo delle festività natalizie, quando era maggiore la domanda e quindi il prezzo poteva salire, al fine di ottimizzare i guadagni. La lamentela per la cocaina di scarsa qualità. «C'è troppo pruvulazzu ...E vabbè, ma tu devi vedere la cosa che brilla perché se non vedi la cosa che brilla non sei tu... perché se non brilla non è buona. Non ti preoccupare, che appena te la porto vedrai è sempre perlata». La cocaina è quella che costa di più: 38, 39 euro al grammo fino ad arrivare a 42. Di droga ne serviva sempre di più e così si organizza una staffetta per portare a casa 10 chili di hashish. Il rifornitore non ha tutto questo quantitativo e ne può trovare solo 5: «Appena lo metti un poco nel microonde diventa burro». Giallo o nero, questo era il dilemma per l’acquisto di hashish. Uno degli indagati ricorda poi un affare andato a male, visto che i carabinieri avevano bloccato al porto un operatore che faceva servizio sulla nave da Napoli che doveva fare sbarcare in città un carico con 40 chili: 20 erano destinati proprio all’indagato che piange ancora per la perdita. In alcune conversazioni registrate a ottobre del 2019 viene fotografata anche una trasferta di quattro degli arrestati che volevano trattare una grossa partita di droga: ma nella indagine se ne perdono poi le tracce. Gli indagati sapevano di essere controllati e forse hanno rinunciato a fare il passo più lungo della gamba.

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