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Guerra dei rifiuti tra comuni: Cefalù condannato a pagare 450 mila euro a Collesano

Il Comune di Cefalù è stato condannato al pagamento di 450 mila euro circa a favore del Comune di Collesano per la tariffa di conferimento Rsu e uso della discarica rifiuti solidi urbani in contrada «Ottosalme» nel periodo luglio 2001 al giugno 2002 e per il periodo dal ottobre 2003 a gennaio 2004, una massa debitoria nata  quando ad amministrare il comune c'era Simona Vicari. La somma è  stata inserita come debito fuori bilancio dal Consiglio comunale in quegli anni.

Lo ha deciso la prima sezione civile della Corte d’Appello di Palermo presieduta da Antonio Novara a latere Antonino Di Pisa e Alida Marinuzzi. La sentenza conferma quella già resa dal Tribunale di Termini Imerese nel gennaio 2014. Il Comune di Collesano, difeso dall’avvocato Salvatore Sansone, ha fatto valere quanto previsto dalle ordinanze con le quali è stata realizzata al discarica.

Al Comune di Collesano fu assicurata la titolarità e la gestione pubblica della discarica e alcuni comuni, fra i quali Cefalù, furono autorizzati a conferire i rifiuti solidi urbani prodotti nel proprio territorio presso discarica provvisoria. I Comuni che portava lì i rifiuti era obbligati a pagare una tariffa e a partecipare alle spese della gestione dell’impianto, agli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e al ricoprimento giornaliero dei rifiuti conferiti. Il costo del conferimento dei rifiuti venne modificato con alcune ordinanze e il Comune di Collesano ha emesso due nuove fatture nel 2004 una da 360 mila euro e una di 105 mila euro. «E’ una vicenda che conferma quanto difficile sia il lavoro di amministrare una città - dice il sindaco di Collesano Giovanni Meli - Accanto alla difficoltà di reperire le risorse economiche necessarie al funzionamento dei servizi nonché istruire i complicati iter buorocratico-amministrativi per garantirne il funzionamento e quello relativo alla discarica per lo smaltimento rifiuti è una impresa ciclopica, può accadere che si attenda quasi 20 anni per riscuotere crediti essenziali per il bilancio e le casse del paese».

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