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Palermo, nuovo arresto e nuovo sequestro per l'ex amministratore giudiziario Lipani

Il commercialista Maurizio Lipani

Altri guai in arrivo per il commercialista, ormai ex amministratore giudiziario, Maurizio Lipani, 55 anni, colpito da un nuovo ordine di arresto, dopo il sequestro di pochi giorni fa eseguito dalla Dia che ha avviato una nuova indagine. Agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, Lipani è indagato per peculato. Identica l’ipotesi accusatoria formulata nei confronti della moglie Maria Teresa Leuci, anche lei commercialista, a cui il gip Nicola Aiello avrebbe imposto il divieto di esercitare l’attività professionale.

Secondo gli investigatori sarebbero spariti all’incirca altri 300 mila euro dalle amministrazioni giudiziarie. Un «ammanco» che ha fatto scattare un nuovo sequestro, di pari importo, da parte del giudice per le indagini che ha accolto la richiesta del procuratore aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Claudia Ferrari.

Nei giorni scorsi, il professionista aveva subito un sequestro per un totale di un milione e 270 mila euro. Tutti soldi che, secondo l’accusa, il commercialista avrebbe lucrato nell’ambito delle sue funzioni di amministratore giudiziario di beni di mafiosi e criminali per conto dello Stato. La nuova indagine si sarebbe incentrata sui conti di 8 società, da cui, secondo gli investigatori, avrebbe prelevato oltre un milione di euro senza autorizzazione, la somma cioè che quasi una settimana fa gli è stata bloccata per equivalente.

Quindi era scattata di nuovo l’accusa di peculato, con gli agenti della Dia di Trapani che avevano eseguito il decreto di sequestro preventivo di beni. Il provvedimento, già convalidato dal gip, aveva riguardato danaro, quote societarie, beni mobili e immobili, per un valore stimato in oltre 600 mila euro. Sigilli anche al 50 per cento delle quote di una società che fa capo alla moglie e nella quale confluisce pure un appartamento-studio di prestigio di oltre 10 vani, tre box, un suv e un cabinato di una decina di metri ormeggiato a Capo Gallo.

A luglio scorso Lipani e la moglie erano stati condannati, in primo grado, rispettivamente a 5 anni e 4 mesi e a 2 anni per peculato, riciclaggio e autoriciclaggio. Ma l’inizio guai giudiziari del commercialista risale all’ottobre del 2019 con il suo primo arresto e la successiva confisca di beni per un valore di 456 mila euro. E quest’ultimo provvedimento, non sarebbe altro che il proseguimento dell’inchiesta scattata due anni fa a Trapani.

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