Palermo

Sabato 21 Settembre 2024

I comuni e i beni confiscati ai boss, patto di trasparenza nel Palermitano

Il ruolo delle Amministrazioni locali e della società civile nella gestione dei beni confiscati, nell’ambito dei progetti di sviluppo del territorio. E’ stato l'argomento al centro del seminario su "I beni confiscati sono Beni Comuni", che si è tenuto nell’aula consiliare "Biagio Giordano" del Comune di Monreale, in provincia di Palermo. L'incontro è stato organizzato dalla Prefettura, in collaborazione con l’amministrazione comunale. "In una prospettiva di collaborazione interistituzionale", sono stati esaminati gli strumenti di governance del patrimonio confiscato, con particolare attenzione al ruolo dei Consorzi e delle altre forme gestione associata dei beni sottratti alla criminalità organizzata. In tale contesto è stato, altresì, presentato lo "Schema di regolamento per la disciplina dell’utilizzo dei beni confiscati", elaborato in seno al Tavolo permanente sui beni confiscati istituito presso la Prefettura di Palermo. Lo strumento mira a favorire la valorizzazione e il riutilizzo dei beni confiscati a vantaggio delle collettività locali, in una logica di gestione partecipata ed attraverso il rafforzamento delle politiche di programmazione in ordine all’acquisizione, destinazione e utilizzo dei beni. All’evento, che ha visto la partecipazione di numerosi sindaci della provincia, erano presenti, oltre ai vertici delle locali forze di polizia, anche monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, e monsignor Giuseppe Marciante, vescovo di Cefalù, che hanno portato il loro saluto. Sono intervenuti, tra gli altri, Mariarosa Turchi, Direttore Generale Beni e Affari Generali, dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata; il presidente del Centro Pio la Torre, Vito Lo Monaco, ed Enzo Bivona, professore associato di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Palermo. Il 39% dei beni confiscati nel territorio nazionale si trova in Sicilia, di questi il 12% è a Palermo. Solo 50 Comuni dell’isola, però, sono destinatari dei beni sottratti ai boss e la metà non rende pubblici i dati relativi. Ciò comporta una informazione non trasparente. Nel corso del seminario sono stati presentati la scheda informativa e lo schema di regolamento: strumenti che serviranno a colmare il gap di pubblicazione dei dati qualitativi e quantitativi dei beni e a disciplinarne l’uso, introdotti grazie al lavoro di studio, raccolta e confronto svolto nel corso dell’anno dal gruppo di cui fanno parte anche Cgil Cisl e Uil di Palermo e il Centro Pio La Torre. “Un enorme patrimonio in possesso dello Stato e quindi della società civile trasformatasi da oggetto di sopruso a emblema di riscatto, rispetto all’azione criminale che nel tempo ha limitato se non azzerato lo sviluppo nel nostro territorio. L’esperienza del gruppo ha contribuito ad affermare una visione del concetto di proprietà pubblica che serve ad avere finalità inclusive e di partecipazione. L’istituzione della consulta civica va proprio in questa direzione», dicono i sindacati. E Mario Ridulfo, segretario della Cgil Palermo, Leonardo La Piana, segretario della Cisl Palermo-Trapani, insieme a Ignazio Baudo della Uil Palermo entrano nel dettaglio: «la scheda informativa e lo schema di regolamento possono contribuire a colmare i gap di pubblicazione dei dati qualitativi e quantitativi sui beni ed avere una organizzazione strutturale grazie all’istituzione dell’ufficio per i beni confiscati. Lo schema di regolamento pone l’attenzione anche sulla questione relativa all’emergenza abitativa dove avranno ascolto anche le associazioni degli inquilini. Queste sono solo alcune delle novità introdotte dal regolamento». «Siamo convinti - concludono Cgil Cisl e Uil - che riuso e rigenerazione siano il tributo più grande che tutti noi siamo chiamati a rendere a quanti hanno sacrificato la loro vita nella lotta al crimine. Cgil, Cisl e Uil sono e saranno sempre impegnate per l’affermazione della cultura della legalità».

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