La quarta sezione del tribunale di Palermo ha condannato nella notte 15 persone, tra cui il presunto anello di collegamento tra le cosche mafiose e il mondo dell’imprenditoria legato alle scommesse on-line e al reimpiego di denaro sporco, attraverso sistemi di trasmissione telematica e internazionale: Benedetto Antonio Bacchi, detto Ninì, ha avuto 18 anni, mentre i suoi coimputati, che rispondevano di reati minori, hanno avuto pene comprese tra 4 anni e poco più di un anno. La quarta sezione del tribunale ha emesso il dispositivo intorno all’una del mattino.
A Bacchi sono stati confiscati anche poco meno di 4 milioni (esattamente 3 milioni 789 mila), che erano stati sequestrati al momento dell’arresto, avvenuto nel gennaio 2018. L’imprenditore, originario di Partinico (Palermo) è agli arresti domiciliari dopo essere stato a lungo in carcere. Lo difende l’ex procuratore aggiunto ed ex magistrato Antonio Ingroia.
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