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Picchia donna in commissariato a Palermo, condannato poliziotto

La donna raccontò di essersi presentata in commissariato per denunciare il furto del suo cellulare, ma sarebbe stata strattonata e spinta contro il muro con una violenza tale da procurarle una frattura alla spalla. Per la difesa era ubriaca e fu lei ad aggredire l'agente

Il commissariato Zisa Borgo Nuovo

Il giudice per l’udienza preliminare di Palermo Rosario Di Gioia ha condannato a un anno mezzo di carcere per lesioni aggravate l’ispettore capo di polizia Tonino Prontera, accusato di avere picchiato una donna in commissariato.

La vicenda risale al febbraio 2016 ed un mese dopo era stata denunciata ai carabinieri. Pochi mesi dopo, la procura aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo. Il gip Marco Gaeta, però, aveva accolto l’opposizione presentata dagli avvocati Mauro Torti e Corrado Nicolaci, che assistono la vittima. La donna, T. C., di 43 anni, raccontò di essersi presentata nel commissariato Zisa-Borgo Nuovo per denunciare il furto del suo cellulare, ma sarebbe stata strattonata e spinta contro il muro con una violenza tale da procurarle una frattura alla spalla, refertata in una clinica privata. Le indagini furono coordinate dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e del sostituto Chiara Capoluongo. Furono esaminati i filmati delle videocamere del commissariato, acquisire la cartella clinica della donna per verificare la compatibilità delle lesioni con l’aggressione che diceva di avere subito. All’inizio gli indagati erano quattro, ma a processo è finito solo Prontera. Secondo la difesa, sarebbe stata la vittima, in evidente stato di ebrezza, a presentarsi in commissariato con gli abiti strappati e ad aggredire il poliziotto che sarebbe solo stato costretto a difendersi. Gli avvocati dell'agente preannunciano appello.

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