Proteste per la mancata riapertura delle scuole nell’isola di Ustica, che non essendo più un istituto comprensivo è stato accorpato al Convitto di Palermo. Una situazione che sta creando una serie di problemi. «La scuola di Ustica resta ancora chiusa, seguendo chissà quali logiche, con una grave privazione per le bambine e i bambini - afferma Valeria Ajovalasit, responsabile regionale Diritti civili di Italia viva. Il diritto all’istruzione - spiega - deve essere uguale per tutti, principio che viene espresso dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ustica ritorni ad essere istituto comprensivo e a livello nazionale si intervenga radicalmente con una legge ad hoc per le scuole delle isole e delle piccole comunità montane». Ajaovalasit conclude chiedendo all’assessore regionale all’Istruzione, Roberto Lagalla, «non solo la riapertura della scuola a Ustica ma anche che l’istituto torni ad essere comprensivo». Anche l’associazione Alfa - Donne in alleanza Sicilia - chiede l’immediata riapertura della scuola presso la piccola isola del palermitano: «non è tollerabile che degli alunni restino a casa mentre l’intero Paese gioisce per il ritorno in aula, unico caso in Italia. La Scuola è una Istituzione che deve andare oltre le sterili logiche di cassa o peggio ancora del numero degli studenti». «È per questo motivo - conclude la nota dell’Afa - che, a gran voce chiediamo l’intervento del ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e della ministra alla Famiglia, Elena Bonetti, ai quali stiamo facendo arrivare la nostra richiesta, affinché congiuntamente possano non solo far riaprire la scuola ad Ustica ma anche lanciare un messaggio inequivocabile e fondamentale: la scuola è un diritto di tutti!».