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Arresti di mafia a Palermo, ecco chi comanda nei quartieri: a Ciaculli ancora dominio dei Greco

È rimasto alla storica famiglia dei Greco lo scettro sul mandamento di Ciaculli di Palermo. Il particolare emerge dall'inchiesta di polizia e carabinieri che oggi hanno fermato 16 persone per mafia ed estorsione. In cella, tra gli altri, è finito Giuseppe Greco, 63 anni, cugino di Leandro Greco il giovanissimo referente della commissione provinciale di cosa nostra e capo mandamento di Ciaculli, arrestato due anni fa.

La famiglia di Roccella, nomi e ruoli

Al vertice della famiglia mafiosa della Roccella ci sarebbero Giovanni Di Lisciandro e Stefano Nolano. Erano loro che fissavano gli incontri con gli altri boss e gestivano i ricavi derivanti dalle estorsioni e del traffico di droga. Ed erano sempre Di Lisciandro e Nolano che curavano il mantenimento dei familiari dei detenuti.

A Vitrano, altro elemento di rilievo, erano affidati i compiti di raccordo con i boss di Ciaculli e di coordinamento di Maurizio Di Fede, accusato di essere la mente operativa della famiglia mafiosa, anche lui fra le attività principali aveva le estorsioni e la droga .

Sarebbe stato proprio Di Fede il capo di una schiera di soldati molto attivi sul territorio, per raccogliere il pizzo dai commercianti e cercare nuovi “clienti”. Tra questi c’erano: Montalbano, Gucciardi, Palma e Ciresi.

Due boss per Brancaccio

Per la famiglia di Brancaccio, spiccano i nomi di Girolamo Celesia e Filippo Marcello Tutino. Celesia, considerato personaggio di rilievo in seno alla famiglia mafiosa, ha partecipato a riunioni a massimi livelli del mandamento, anche con i Greco di Ciaculli, e coordinato lo spaccio e le estorsioni sul territorio.

Un ruolo di rilievo spetta anche a Tutino che ha fatto valere la sua esperienza ed il suo blasone mafioso nella gestione dei rapporti con gli altri boss, dispensando consigli anche sulle modalità di approccio nei confronti delle vittime di estorsione.

Tra gli esattori della famiglia di Brancaccio, figura Gaspare Sanseverino, punto di riferimento di Celesia e della famiglia per le estorsioni e per una vera e propria mappatura delle attività commerciali sul territorio.

Singolare è la posizione di Giuseppe Caserta, elemento di spicco della famiglia mafiosa di Brancaccio: scarcerato poco meno di due mesi fa, si è subito proposto agli attuali vertici di Brancaccio mettendosi “a diposizione” e rivendicando un ruolo in seno alla compagine mafiosa.

A Ciaculli comandano sempre i Greco

Dopo l’arresto di Leandro Greco, referente della commissione provinciale di cosa nostra e capo di Ciaculli, nell’operazione Cupola 2.0, a prendere le mani del mandamento è stato il cugino Giuseppe Greco, detto il senatore, che si è occupato di relazionarsi con le dipendenti famiglie mafiose di Brancaccio, Roccella e Corso dei Mille.

Un dominio sul quartiere che proviene direttamente dallo storico boss Michele Greco, detto il papa, nonno di Leandro e prozio di Giuseppe.

Le indagini hanno permesso di individuare la figura del consigliere del boss, Ignazio Ingrassia, detto il boiacane. L’anziano mafioso ha fornito il suo apporto al vertice del mandamento nella gestione di delicate tematiche territoriali.

Erano sempre Greco e Ingrassia a gestire il sostentamento economico delle famiglie dei carcerati di Ciaculli, reperendo le risorse grazie ad una vasta e complicata rete di attività illecite. Le indagini dei carabinieri hanno permesso di dimostrare come i boss avessero un controllo capillare del territorio intervenendo anche nella compravendita di terreni e immobili e gestendo le dinamiche di approvvigionamento e smercio di droga nel Palermitano.

Un arsenale a disposizione

È stata anche accertata dalla polizia la disponibilità di un ampio arsenale: armi perfettamente funzionanti, a disposizione della famiglia mafiosa, pronte per essere utilizzate.

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