L'esercito dei nuovi furbetti del cartellino scovati ai Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo aveva messo su un «sistema patologicamente dedito al malaffare ai danni della Pubblica amministrazione», con l'aggravante che i supervisori addetti al controllo dei dipendenti chiudevano un occhio. Anzi - scrive Mariella Pagliato sul Giornale di Sicilia in edicola - spesso tutti e due.
È quanto annota il gip Rosario Di Gioia che venerdì ha emesso 28 misure cautelari per altrettanti dipendenti comunali e di aziende partecipate, il Coime e la Reset. Nei casi più gravi, per 8, anche gli arresti domiciliari, mentre per 14 è scattato l’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria e per sei il solo obbligo di presentazione alla pg.
I venti indagati con divieto di dimora e obbligo di presentarsi alla caserma dei carabinieri più vicina per firmare quattro giorni a settimana lo dovranno fare soltanto dalle 6 alle 6.45, dunque prima dell'orario di servizio ai Cantieri e questo per evitare che la misura cautelare «diventi un ulteriore alibi per i dipendenti - scrive il giudice - di allontanarsi dal posto di lavoro».
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