Un’inchiesta meticolosa sfociata nell’arresto in flagranza di reato di un ex dipendente del Comune di Alia. Un sessantanovenne pensionato è stato per 48 ore agli arresti domiciliari perché accusato del reato di possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi, in attesa della convalida del Gip arrivata stamani.
Fra i diversi incarichi svolti alle dipendenze dell’ente locale, oltre a quello di messo comunale, anche di impiegato presso l’ufficio di Stato civile e anagrafe. Ed è stato con ogni probabilità proprio mentre lavorare negli uffici comunali di via Palermo che l’uomo ha deciso di sottrarre arbitrariamente una carta di identità “in bianco”, munita solo del numero progressivo, per falsificarla e con ogni probabilità farne un uso illecito.
I carabinieri della caserma cittadina, guidati dal maresciallo Alberto Castello, hanno infatti rinvenuto nel corso di una perquisizione eseguita giovedì il documento identificativo scomparso nel gennaio 2018 dai cassetti dello Stato civile e Anagrafe del Comune aliese. Un fatto tempestivamente segnalato alle autorità competenti dai funzionari comunali di via Palermo e che gli inquirenti configurarono come “documento in bianco, quindi non intestato, oggetto di probabile furto o smarrimento”.
La carta di identità, valida per l’espatrio, rinvenuta sull’auto dell’arrestato parcheggiata nei pressi della sua abitazione risultava compilata in ogni sua parte e con i dati anagrafici non corrispondenti a quelli reali. Anche la firma del funzionario che l’avrebbe emessa sarebbe stata falsificata. A far scattare le indagini una serie di circostanze che hanno indotto i militari dell’Arma a vederci chiaro su un uomo, fino a ieri incensurato e dalla fedina penale cristallina, e sulla cui identità d’un tratto trapelavano abbondanti dubbi.
La foto incollata sull’apposito spazio del lato destro del documento identificativo su cui erano appositi i timbri comunali era quella dell’ex impiegato comunale, ma i dati anagrafici scritti con l’utilizzo della “Olivetti” a nastro scorrevole, non corrispondevano ai suoi. Per i carabinieri aliesi, insomma, l’indagato si sarebbe creata una falsa identità e per questo dovrà rispondere del reato ascritto all’articolo 497 bis del codice penale. Rischia da due a cinque anni di reclusione.
Il falso documento di identità è stato sequestrato e sono tutt’ora in corso le indagini dei militari dell’Arma per accertare se e perché l’ex dipendente comunale aliese ha utilizzato la carta di identità. Ma soprattutto, se usandola abbia commesso reati contro la persona o il patrimonio. Stamane il Gip Valeria Gioeli della Procura della Repubblica di Termini Imerese ha convalidato l’arresto, avviando di fatto il procedimento penale a carico del pensionato, ma rivedendo la misura cautelare: dai domiciliari all’obbligo di presentarsi tre volte a settimana presso la caserma dei carabinieri del paese.
Per il magistrato termitano l’arresto si è reso obbligatorio e tassativo in aderenza alle norme contro il terrorismo varate nel 2015 all’indomani della nota strage di Parigi da parte dell’Isis. Da allora, infatti, il reato di produzione e porto di documenti falsi validi per l’espatrio è stato aggiunto alla lista dell’articolo 380 del codice di procedura penale che prevede i casi di arresto obbligatorio. Rimane quindi grave il quadro indiziario nei confronti dell’indagato che al momento della perquisizione ha ammesso l’addebito della carta di identità, ma che stamane in tribunale ha deciso di non avvalersi della facoltà di non rispondere.
Caricamento commenti
Commenta la notizia