Primo giorno di lezioni in presenza anche a Palermo in seconda e terza media e almeno al 50% nelle superiori, ma gli studenti non ci stanno. Le riaperture delle classi decise dal Governo anche in zona rossa non convincono una parte della popolazione studentesca, che lamenta una situazione ancora non del tutto sicura sul fronte dei trasporti e che chiede di concludere l'anno scolastico in didattica a distanza.
È per questo motivo che nel giorno del ritorno in aula, una parte degli studenti dei licei Meli, Galilei, Umberto, Finocchiaro Aprile e altri ancora hanno aderito alla protesta della Rete degli studenti medi del capoluogo siciliano e non si sono presentati a scuola nè collegati da remoto in Dad, disertando le lezioni odierne con dei sit-in virtuali sulla piattaforma Meet che si erano già visti a Caltanissetta negli scorsi giorni.
"Rientrare così? Io non ci sto", questo lo slogan scelto dagli studenti per sottolineare come il rientro in classe voluto dall’esecutivo Draghi non tenga conto dei disagi relativi ai trasporti pubblici in tempo di Covid.
A Palermo, zona rossa fino al 28 aprile salvo proroghe, rientra in classe il 100% degli alunni delle scuole medie e, per la prima settimana, come voluto dalla circolare dell’assessore regionale all’istruzione Roberto Lagalla, che ha concesso alcuni giorni in più ai presidi per raggiungere le cifre richieste, almeno il 50% degli studenti delle scuole superiori per arrivare successivamente fino al 75%. Suono della campanella alle 8 del mattino, dunque, per quasi 600.000 studenti siciliani che fino alla scorsa settimana si trovavano in didattica a distanza.
Un esodo verso gli istituti scolastici che preoccupa anche i sindacati, che in una nota congiunta firmata dai segretari regionali di Flc Cgil, Adriano Rizza, Cisl Scuola, Francesca Bellia, Uil Scuola, Claudio Parasporo, Snals-Confsal, Michele Romeo e Fgu Gilda Unams, Loredana Lo Re, chiedono maggiore attenzione sul fronte dei trasporti, delle cosiddette "classi pollaio" e dei protocolli di sicurezza da aggiornare all’interno delle classi: "Esprimiamo forti preoccupazioni sulla possibilità di ritornare alla didattica in presenza oltre il 50% nelle scuole superiori per le aree in zona arancione. Un’esigenza condivisa anche dai rappresentanti degli studenti e da altri componenti del tavolo tecnico", si legge nel comunicato.
"Ritornare all’attività didattica in presenza anche nella secondaria di secondo grado - aggiungono le sigle sindacali - è un’esigenza fortemente avvertita in primo luogo dagli studenti, ma permangono ad oggi notevoli criticità legate al sistema dei trasporti. Nonostante le rassicurazioni fornite dalle istituzioni preposte, riteniamo che difficilmente queste riescano a risolvere in pochi giorni un problema che non si è riusciti a risolvere per mesi".
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