Johnny Giordano, storico capo ultrà delle Brigate Rosanero, è indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Mentre un altro volto noto della curva nord, Sesto Terrazzini, leader dei Warriors Ultras Palermo, ufficialmente disoccupato e percettore del reddito di cittadinanza, è indagato per induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione: è sottoposto a obbligo di firma. Viene fuori dall’inchiesta culminata nel blitz «Resilienza 2» dei carabinieri di Palermo che hanno eseguito una misura di custodia cautelare emessa dal gip di Palermo nei confronti di soggetti appartenenti alla famiglia mafiosa del Borgo Vecchio. Giovanni Giordano, detto Johnny, si legge nel provvedimento del gip Filippo Serio, «la cui figura è emersa sia in passato che attualmente quale elemento a disposizione di Cosa nostra all’interno del mondo delle tifoserie palermitane», è stato dipendente della vecchia società del Palermo, di proprietà di Maurizio Zamparini, ormai fallita. Dopo il fallimento societario, Giordano veniva licenziato ma rimaneva nell’ambito riassumendo la guida di un gruppo ultras minoritario, in quanto gli spazi da lui lasciati vuoti erano stati occupati da Fabrizio Lupo». Il capo ultras è stato dipendente dell’Us Città di Palermo, come custode, fino al 2018. Cioè fino al fallimento della società. Ma - emerge dalle indagini coordinate dalla Ddda di Palermo - ha tentato di «essere riassunto all’interno della nuova società che gestisce il Palermo (di proprietà di Dario Mirri), attraverso un altro qualificatissimo esponente mafioso palermitano: Giuseppe Bellino, uomo d’onore del mandamento palermitano di Pagliarelli, vicinissimo al gruppo capeggiato da Gianni Nicchi, figlioccio del capomafia Nino Rotolo».