Era nato come un intimo e innocente gioco di coppia. Poi però, quando il loro rapporto sentimentale si è incrinato, è diventato per lei un inferno. E’ un vero e proprio caso di “revenge porn” quello consumatosi ad Alia, piccolo centro della basse Madonie. Protagonisti due giovani conviventi. Appassionati ed innamorati. Almeno fino a qualche mese fa, quando lei ha deciso di farla finita con quel rapporto coniugale ormai logorato probabilmente da incomprensioni e liti. E lui, per tutta risposta e vendetta, ha deciso di divulgare e condividere sui contatti social amicali foto e video dal contenuto sessualmente esplicito. “Click” e immagini realizzati quando fra i due innamorati non vi era alcun barlume di dissidi, destinati a rimanere nella memory card di telefonini e tablet e, soprattutto, fra le mura della camera da letto, a coronamento di una storia d’amore unica ed appassionante. E invece lui, accecato dalla rabbia e dal rancore per una parentesi d’amore bruscamente interrottasi, ha deciso di fargliela pagare, screditandola dinanzi a parenti e amici, forse nel vano tentativo disperato di convincerla a tornare sui suoi passi. All’ennesimo e netto rifiuto della compagna, l’ha punita facendole calcare il palcoscenico dell’affollata piazza virtuale. Un’umiliazione a cui la donna non ha retto, e che l’ha indotta a denunciare il suo ex convivente ai carabinieri della caserma cittadina. L’ufficio del comandante dell’Arma è diventato quindi il “confessionale sicuro” dove raccontare una storia d’amore iniziata fra rose e fiori, ma finita decisamente male. Il maresciallo Alberto Castello ha raccolto la riservata testimonianza della giovane ragazza che, fra lacrime e delusione, ha fatto mettere nero su bianco tutti i dettagli di una vicenda che ha coinvolto anche involontariamente chi ha ricevuto i messaggi scabrosi. In virtù della recente introduzione del reato di “reveng porn”, previsto dall’articolo 612 ter del Codice penale, i carabinieri hanno subito attivato il protocollo del “codice rosso”. La procedura prevede infatti l’immediata tutela delle vittime ed introduce una corsia veloce e preferenziale per le denunce e le indagini relative ai reati connessi alla violenza domestica o di genere. La querela sottoscritta dalla donna aliese ha consentito ai militari dell’Arma di fare irruzione alle prime luci dell’alba nella casa dell’indagato per sequestrare tutto il materiale probatorio, tra cui telefonini, smartphone, pc, tablet, reperendo tutte le foto e i video incriminati, per essere sottoposti agli accertamenti tecnici degli informatici forensi. Saranno loro a verificare il contenuto delle chat e dei video, e soprattutto, se i messaggi ricevuti sono stati ulteriormente diffusi da chi li ha ricevuti. La norma, infatti, prevede pene severe anche nei confronti di chi, inoltrando il contenuto ricevuto, contribuisce alla sua diffusione con lo scopo di creare nocumento alle persone rappresentate. Intanto, l’uomo è stato denunciato, in stato di libertà, per il reato di “pornovendetta”, in quanto ha diffuso immagini e video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza l’acquisizione del consenso da parte della sua compagna. Il reato, di per sé spregevole e che colpisce l’intimità della donna, è di fatto aggravato perché compiuto da persona che ha avuto un legame sentimentale, anche se cessato. E mentre alla giovane donna sono state assicurate cure e supporto psicologico necessari per superare il triste e difficile momento, l’indagato è in attesa di processo. Rischia ora di vedersi inflitta la pena da uno a sei anni di carcere e la multa da cinque a quindicimila euro.