Hanno percepito i contributi a fondo perduto del "decreto rilancio", erogati per l'emergenza Covid, ma senza averne diritto. I finanzieri del comando provinciale di Palermo hanno denunciato i titolari di due distributori di carburante, A.A. di 29 anni e D.M. di 33 anni. I due imprenditori avrebbero percepito aiuto dallo Stato destinati alle imprese messe in difficoltà dall'emergenza coronavirus, ma indebitamente. Nei loro confronti è inoltre scattato il sequestro complessivo di € 89.756,50, che consiste nella somma percepita. Il provvedimento è stato eseguito dai finanzieri su delega della procura della Repubblica. In particolare, per accedere al contributo a fondo perduto introdotto dal cd. “decreto rilancio” (D.L. 19 maggio 2020, n. 34), finalizzato proprio ad aiutare gli imprenditori che devono fronteggiare una significativa contrazione del fatturato, i soggetti interessati dovevano presentare, in via telematica, un’istanza all’Agenzia delle Entrate, con l’indicazione della sussistenza di requisiti specificatamente definiti, tra i quali quello di aver conseguito, nel 2019, ricavi inferiori a 5 milioni di euro. L’ammontare del ristoro viene, poi, calcolato applicando una percentuale sulla differenza tra il fatturato del mese di aprile 2019 e quello del mese di aprile 2020, a condizione che la contrazione sia comunque superiore ai due terzi. I controlli effettuati hanno invece dimostrato come i due imprenditori, ognuno in relazione alla propria attività economica, avessero indicato nell’istanza presentata un fatturato di circa 10 volte inferiore rispetto a quello effettivo. Tali artifizi hanno consentito a D.M. di percepire un contributo di € 55.414, mentre ad A.A. di ottenere un sussidio superiore di € 34.342,50 rispetto a quello in realtà spettante.