La mappa degli affari della cosca. Tra quelli messi meglio, il capomafia con il reddito di cittadinanza. In teoria Giuseppe Cusimano, ritenuto il capo della cosca dello Zen di Palermo, era un nullatenente, tanto da meritare il sussidio dello Stato. In realtà controllerebbe 4 diverse attività commerciali: una ditta di gas, un distributore di carburante, un bar pasticceria e un panificio. Tutte aziende nelle quali non figura formalmente ma, stando al provvedimento di fermo emesso dai pm della Dda, l’aggiunto Salvatore De Luca e i sostituti Dario Scaletta, Amelia Luise e Felice De Benedittis, sono nella sua «disponibilità». Gli inquirenti - scrive Leopoldo Gargano sul Giornale di Sicilia oggi in edicola - hanno redatto una vera e propria mappa degli affari e degli investimenti dei presunti affiliati al mandamento e si trova davvero un po’ di tutto. Iniziamo proprio da Giuseppe Cusimano, che ha nella sua «disponibilità», scrivono i magistrati, il panificio "Il vulcano del pane" di via Einaudi; la società "Scalea Gas" di via Partanna Mondello; il distributore di carburanti Esso di via Lanza di Scalea e il "Gardenia bar pasticceria" di via Tommaso Natale, la cui titolare e socia Valeria Vassallo nega un coinvolgimento sebbene sia indicato negli atti dell'inchiesta. Il probabile record degli affari spetta a Antonino Vitamia, considerato il reggente di Tommaso Natale, con 3 bar a disposizione. Sono il bar Simple di via Cavour (quello davanti alla prefettura); Le delizie del pasticciere di via Sferracavallo, anche se il titolare Vincenzo Anastasi nega di essere coinvolto nelle indagini, e il Dessert Dessert in piazza Tommaso Natale; due distributori di carburante sulla SS 113 all’entrata di Isola delle Femmine e in via Rosario Nicoletti a Tommaso Natale (con annesso bar); un centro scommesse di via Caduti sul Lavoro.