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Coronavirus, già oltre cinquemila arrivi a Palermo: si pensa già alle contromisure

Crescita «esponenziale» degli arrivi negli ultimi giorni a Palermo. Anche a causa dell’imminente chiusura prevista dalla «zona rossa» in tutta il Paese, confermata ieri dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte ma annunciata già nei giorni scorsi, si è intensificato il numero dei rientri nel capoluogo siciliano in questo fine settimana.

E a fronte dei circa 4 mila passeggeri sbarcati tra giovedì e venerdì all’aeroporto Falcone e Borsellino e un altro migliaio delle navi, il numero potrebbe raddoppiare: «In questi ultimi giorni abbiamo gestito un numero impressionante di persone - conferma Renato Costa, neo commissario Covid provinciale -. E oggi credo che solo al porto supereremo le duemila unità e all’aeroporto toccheremo le 3-4 mila, un trend che immagino si ripeterà anche domani».

Al momento, comunque, «non si registrano disagi» sottolinea Costa mentre prosegue l’attività di screening, in modalità drive in, nei vari punti della città con punte di circa 1200-1300 tamponi al giorno, anche se il dato ingloba non solo chi rientra per ricongiungersi con le proprie famiglie ma anche i residenti. Più complicato immaginare lo scenario nelle prossime settimane. Dal 18 dicembre, infatti, i voli in arrivo e in partenza sono aumentati sensibilmente, da 25 a circa 100, mentre i passeggeri da 2mila a 10mila al giorno.

Inoltre, dal 15 al 31 dicembre i voli in arrivo previsti sono circa 700 e, con circa 100 passeggeri mediamente a tratta, potrebbero sbarcare 70mila persone entro la fine dell’anno. Ma alla luce delle nuove limitazioni, si potrebbe assistere a una brusca frenata: «Nonostante le restrizioni saranno sempre possibili delle eccezioni», aggiunge il commissario, anche se una contrazione dei flussi «era stata già ipotizzata, dal 22 dicembre in poi, dalle compagnie aeree e marittime. Una stima? Difficile dirlo - conclude - in molti prenderanno una decisione solo nei prossimi giorni».

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