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Processo per reati ambientali nella ex fabbrica Ancione a Palermo, assolti il liquidatore e la società

Assoluzione con formula piena per il liquidatore e la società nel processo per reati ambientali nella ex fabbrica Ancione di Via Thaon de Revel a Palermo. La decisione è stata presa al Tribunale di Palermo nel processo, condotto dal giudice Nicola Aiello, riguardante un intervento congiunto del febbraio 2014 di Polizia di Stato, Polizia Municipale, ARPA ed Asp presso l’ex stabilimento, a seguito del quale era stata posta sotto sequestro l’intera area.

Al termine delle indagini erano stati rinviati a giudizio con diverse imputazioni (abbandono incontrollato di rifiuti, omessa ottemperanza di ordinanze sindacali, omessa bonifica e disastro ambientale) il liquidatore della società Giovanni Lazzara (difeso dagli avvocati Antonio Turrisi e Giovanni Di Benedetto), la “ditta Antonino Ancione s.p.a.” per responsabilità amministrativa dell’Ente (difeso dagli avvocati Mara Chilosi e Giuseppe Brancato), oltre ai soggetti appartenenti alla ditta incaricata di effettuare lo smaltimento dei silos in disuso presenti all’interno dell’area, ovvero Bartolomeo Padua (difeso dall’avvocato  Antonino Palazzotto),  Ferdinando Fazio ed Fabio Egitto (difesi dall’avv. Michele Palazzolo).

Nel corso del processo il Comune di Palermo si era costituito parte civile, chiedendo un danno non inferiore a due milioni di euro. Il Pubblico Ministero (dottoressa Anna Battaglia) aveva chiesto pene superiori a sei anni di reclusione e la sanzione pari a 250 quote della “ditta Antonino Ancione s.p.a.”.

Il Tribunale ha invece assolto con formula piena da tutti i reati contestati il liquidatore della società e la stessa ditta perché il fatto non sussiste o per non averlo commesso, rilevando l’intervenuta prescrizione dei reati per gli altri imputati, condannando alla pena di un anno di reclusione (pena sospesa) il solo Padua per disastro doloso. Nel 2014, l’area di circa 15mila metri quadrati era stata sequestrata perché ritenuta discarica abusiva di rifiuti tossici, tra cui il pericoloso amianto. Nel 2018, durante i lavori di bonifica era divampato un incendio che ha sollevato una densa colonna di fumo nero.

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