Sono stati tutti assolti gli imputati nel processo sulla presenza di amianto nel Parco Cassarà a Palermo. Il giudice monocratico di Palermo, Daniela Dioguardi, ha assolto dall’accusa di trasporto e gestione non autorizzata di rifiuti speciali il dirigente del Coime Francesco Teriaca, difeso dall’avvocato Luciano Termini, il responsabile della manutenzione del Coime, Antonio Aruta, difeso dall’avvocato Fabio Lanfranca, il direttore dei lavori Mario Scotto, difeso da Giuseppe Brancato, il direttore tecnico del Parco Cassarà Eugenio Mancuso e un operaio, Francesco Giordano.
Il processo nasce da un esposto che aveva segnalato la presenza di amianto all’interno del Parco Cassarà, area verde di Palermo. Venne scoperta una lastra, secondo la denuncia, di eternit che sarebbe stata rotta durante lavori di pulizia della zona e gettata in uno spazio adibito a vera e propria discarica di rifiuti speciali.
Sotto processo finirono i dirigenti del Coime, ente che si occupa di manutenzione per conto del Comune, l’impresa che stava realizzando lavori nell’area, un operaio e i vertici del Parco. La difesa ha dimostrato che la lastra incriminata non era di amianto, ma di cemento, e che la discarica era responsabilità di una ditta che aveva restaurato Villa Forni, edificio settecentesco che si trova all’interno di Parco Cassarà, e aveva accatastato i rifiuti senza autorizzazione.
Il parco venne posto sotto sequestro. Tutte le accuse sono prescritte, ma il giudice invece di dichiarare l’estinzione dei reati ha assolto nel merito gli imputati.
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