Il Gup del tribunale di Palermo ha rimesso in libertà l’ex consigliere comunale del capoluogo siciliano Sandro Terrani, arrestato per corruzione nell’inchiesta Giano bifronte. Terrani si trovava ai domiciliari dal 29 febbraio e il giudice ha accolto l’istanza del suo difensore, l’avvocato Corrado Sinatra, ritenendo decorsi i termini di custodia cautelare: questo perchè nei giorni scorsi la Cassazione, con riferimento ad altri imputati, aveva riqualificato i fatti come "corruzione impropria", soggetta a un periodo di custodia cautelare di fase di tre mesi e non di sei, come previsto per il caso più importante di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio ("corruzione propria"). Da qui la decorrenza dei termini, nonostante la proroga per la sospensione nel periodo del lockdown. Terrani è ritenuto complice di una cricca che avrebbe tentato di favorire la speculazione edilizia dell’impresa Biocasa di Giovanni Lupo, per trasformare alcune ex aree industriali in zone di edilizia residenziale convenzionata e agevolata. Affari che il gruppo di persone coinvolte riteneva potessero fruttare da 150 milioni in su. La decisione del giudice apre ora la strada alla stessa richiesta di remissione in libertà per gli indagati che si trovino nelle stesse condizioni di Terrani.