«Sono quattro i rumori ad intensità crescente potenzialmente idonei ad essere prodotti dal contatto ripetuto di un oggetto di grandi dimensioni con l’opera morta della nave Vulcanello. Urti sembrano, infatti, provenire dapprima dalla zona prodiera per poi terminare nella zona poppiera (la plancia della nave è posta nella zona di poppa ove sono attestati i microfoni del voyage data recorder)».
E’ quanto hanno accertato i consulenti nominati dalla Procura per esaminare tutto il materiale audio e video raccolto sull'affondamento della Nuova Iside, il peschereccio di Terrasini con a bordo tre pescatori, Matteo, Vito e Giuseppe Lo
Iacono scomparso nel nulla la notte del 12 maggio nel mare di San Vito Lo Capo. L’ingegnere Renato Magazzù e i tecnici della
Micro System di Messina hanno ascoltato e analizzato più volte i dati contenuti nel registratore dei dati di viaggio presente in ogni imbarcazione.
Un lungo lavoro coordinato dal procuratore aggiunto Ennio Petrigni e dal pm Vincenzo Amico «Da una visione dei sistemi di navigazione dell’unità la sera 12 maggio sono emersi - si legge in una relazione della sezione operativa della direzione marittima - ulteriori elementi probatori a carico del terzo ufficiate e del timoniere in guardia in plancia, Giuseppe Caratozzolo e Mihai Jorascu», due dei quattro indagati per la presunta collisione con la petroliera Vulcanello.
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