Sono passati 29 anni da quel tragico 29 agosto del 1991, giorno in cui venne ucciso a Palermo Libero Grassi, l'imprenditore che si ribellò al pizzo. La città lo ricorda nell'anniversario della sua morte. Libero Grassi, l’imprenditore coraggioso rimasto da solo a combattere contro il racket, pagò con la sua stessa vita quella sua voglia di libertà, di non essere schiavo e succube della mafia, di rifiutarsi di pagare il pizzo. Il 10 gennaio del 1991, l'imprenditore a capo della Sigma, società di produzione di biancheria intima, scrisse al Giornale di Sicilia una lettera ai suoi estorsori. Cosa nostra non perdonò quello che fu definito uno "sgarro" nei confronti di un sistema consolidato, e il 29 agosto del 1991, alle sette e mezza di mattina, venne ucciso a Palermo con quattro colpi di pistola mentre a piedi si recava al lavoro. Da quel momento, grazie al sacrificio di quell'uomo colto e lungimirante, molti imprenditori presero coscienza ribellandosi al cappio stretto dalla mafia, lo Stato varò una legge anti-racket e diverse associazioni cominciarono a proliferare in difesa della legalità. A distanza di 29 anni da quell'omicidio che scosse non solo la Sicilia ma l’Italia intera, Addiopizzo e la famiglia dell’imprenditore assassinato hanno organizzato un’intera giornata di commemorazione in suo memoria e della moglie Pina Masino, la donna che ha condiviso la battaglia del marito.