Dettagli che non combaciano quelli comunicati dai sindaci di Carini e Capaci, nel Palermitano, per i casi di positività al coronavirus dei giorni scorsi. Sono molte le persone che stanno vivendo in famiglia l'incubo del Covid-19. Il 14 agosto è arrivata la comunicazione di Giuseppe Monteleone, primo cittadino di Carini, la quale enunciava che nel comune erano emersi nuovi 8 casi positivi al coronavirus. A smentire in parte la comunicazione e a fare sapere le difficoltà che hanno avuto le persone in questione è un componente della famiglia. “Siamo qui dal 4 luglio - ha dichiarato - e quando siamo arrivati dalla Lombardia abbiamo fatto il giorno dopo un test sierologico proprio per evitare spiacevoli sorprese. Il test risultò negativo a tutti i miei componenti familiari, il virus purtroppo è stato contratto dalla mia famiglia successivamente, i primi di agosto per la precisione. Quando ad una cena con amici e parenti siamo stati in contatto con persone positive di Palermo, che si sono denunciate”. Secondo quanto dichiarato dall'uomo, i dati comunicati non combaciano con la realtà. “In verità – dice – non siamo tutti e otto positivi al Covid19, io e mia figlia di tre anni siamo risultati negativi al tampone, e lo siamo tutt’ora. Non appena abbiamo avuto la notizia del contagio dei miei familiari siamo entrati in contatto con l’ASP di Palermo e con quella di Carini per chiedere un emocromo per mio padre, che è malato di leucemia, e uno per mia moglie che è in gravidanza. Gli esami servivano per capire se mia moglie e mio padre correvano ulteriori rischi, vista la positività, ma fortunatamente non è risultato nulla di anomalo. Gli emocromo richiesti – sottolinea – purtroppo sono stati effettuati dopo dieci giorni di continue chiamate alle strutture e dopo diverse sollecitazioni”. Dopo le difficoltà avute nella comunicazione, l'uomo e la sua famiglia hanno avuto l’esigenza di avere delle mascherine per tutelare i propri bambini – dentro un’unica casa vi stanno al momento 8 persone -. Hanno quindi chiamato la protezione civile di Carini e hanno chiesto le protezioni anti-contagio. “Abbiamo contattato la protezione civile nei giorni scorsi - ha spiegato l'uomo - per avere le mascherine, avevo inoltre precisato che ero disposto a pagarle. Un operatore al telefono, però, ha detto che ormai erano finite da mesi. Quindi non abbiamo avuto le mascherine. Insomma dopo questi problemi, questa mattina sono arrivate altre notizie spiacevoli. Anzitutto l’ASP di Palermo ci aveva comunicato che domani dovevamo effettuare il secondo tampone ma sempre nella stessa mattinata l’ASP di Carini ci ha contattati dicendo che a loro non risulta nulla in merito al tampone previsto per domani, dunque questo è stato rinviato. Infine io e mia figlia che ancora risultiamo negativi, secondo quanto ci hanno detto, non possiamo lasciare questa casa fino al 7 di settembre” ciò comporta il pericolo che l'uomo e la sua bambina di tre anni possano contrarre il virus dato che sono tutto il giorno nella stessa casa dei familiari positivi. Un altro errore nella comunicazione dei dati, ma ancor più grave, è stato commesso a Capaci. Quando l’11 agosto il primo cittadino del paese, Pietro Puccio, ha fatto sapere ai suoi concittadini che una donna sulla quarantina era risultata positiva al virus. La signora, da quanto comunicato, non presentava sintomi e si trovava in isolamento domiciliare. A smentire il tutto è stato un parente della quarant’enne che ha detto: “L’8 agosto la signora è risultata positiva ed è stata ricoverata al Cervello. Due giorni dopo il sindaco ha contattato il marito chiedendo come stava e se il resto della famiglia stava bene. Il marito aveva precisato che sua moglie si trovava in ospedale ricoverata, ma poi ha visto la dichiarazione e il sindaco aveva scritto praticamente l’opposto. Non capiamo il perché”. Anche la figlia della donna è risultata positiva settimane fa ma fortunatamente è del tutto asintomatica. La situazione della signora ricoverata all’ospedale Cervello di Palermo è in netto miglioramento, poiché non presenta più sintomi da una settimana. A breve vi sarà un tampone per entrambe. I sindaci dei due comuni affermano che gli errori sono stati causati da difficoltà comunicative tra i vari organi addetti e i dipartimenti dell’ASP. Il sindaco Monteleone ha dichiarato: “Tengo a precisare che questa famiglia l’ho aiutata io personalmente, mettendomi a disposizione e abbiamo fatto tutto il possibile. L’errore del numero dei positivi deriva da un errore di comunicazione tra i vari organi comunali, perché non è stato dichiarato a me personalmente. Figuriamoci se il sindaco di un comune voglia più casi, anzi tutto il contrario. Infine mi dispiace moltissimo per la risposta data dall’operatore della protezione civile per le mascherine richieste, mi informerò su chi è stato e provvederemo subito. È anche vero che la famiglia avendo il mio contatto, poteva benissimo contattarmi. Mi dispiace ancora per le mascherine il problema sarà risolto subito e attendiamo il secondo tampone del nucleo familiare sperando nella guarigione di tutti”. Il primo cittadino Pietro Puccio ha detto in merito all’errore riguardante la donna, che non si trovava in isolamento domiciliare bensì ricoverata dall’8 agosto: “È stato un errore di comunicazione e di coordinamento con l’ASP che non dichiara tempestivamente gli esiti dei tamponi. Per la figlia risultata positiva non ne ero a conoscenza” conclude.