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Mafia, processo a cosche del Palermitano: 14 condanne in appello

Quattordici condanne in appello alle cosche del Palermitano. La terza sezione della Corte d’Appello ha ridotto da 8 a 6 anni la condanna per mafia nei confronti di Michele Cirrincione, ritenuto appartenente alla cosca di Bagheria (Palermo).

I giudici del collegio presieduto da Antonio Napoli, su rinvio della Cassazione, hanno anche rideterminato, riducendole leggermente, le pene inflitte ad altri 13 imputati, escludendo per tutti l’aggravante del reimpiego dei proventi derivanti dalle attività criminali. Il processo, denominato «Argo», riguarda la cosca, oltre che di Bagheria, anche delle vicine Altavilla Milicia e Casteldaccia (Palermo).

Tra coloro che hanno beneficiato della riduzione il boss Giacinto, detto Gino, Di Salvo, che ha avuto 8 anni; Raffaele Purpi e Vincenzo Gennaro sono rimasti a due anni e otto mesi ciascuno ma sono state eliminate misure accessorie; Giuseppe Salvatore Bruno ha avuto 6 anni, Francesco Centineo 5 anni e 2 mesi, Vincenzo Gagliano 6 anni, Silvestro Girgenti 5, Vincenzo Graniti 6, Rosario La Mantia 10, Salvatore Lauricella 11 anni e 4 mesi, Pietro Liga 5 anni e 4 mesi, Driss Mozdahir, detto Andrea, 6 anni e sei mesi e infine il pentito Francesco Lombardo 10 anni. Secondo la ricostruzione dell’accusa, sostenuta nel giudizio di appello dal sostituto procuratore generale Rita Fulantelli, il gruppo avrebbe commesso una serie di estorsioni nella zona del Bagherese, che si trova a ridosso del capoluogo siciliano.

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